Sei buono…e ti tirano le pietre

If it be your will
That I speak no more
And my voice be still
As it was before
I will speak no more
I shall abide until
I am spoken for
If it be your will

giovanni_benedetto_castiglione_-_pyrrha_and_deucalion_-_wga4550-1In un mondo fatto di meschinità, la volontà di Zeus era quotidianamente messa in discussione. Per questo il saggio padre decise di fare un viaggio insieme ad Ermes e Apollo.
Camuffati da semplici viandanti, i tre giunsero presso la casa di Deucalione e di sua moglie Pirra.

I due abitavano in un piccolo villaggio ed erano conosciuti da tutti. Anzi, in realtà spesso ricevevano visite da persone che giungevano dai paesi vicini. Quel che attirava tanti viandanti era l’estrema ospitalità dei due vecchi.

IMG-20150814-WA0001Avevano sempre abitato in quella casa: quattro stanze costruite da Deucalione nei suoi anni giovanili. Il terreno che correva tutt’intorno forniva frutta e verdura fresche e fiori profumati e colorati, per tutto l’anno. Chiunque fosse giunto a casa loro, in qualunque momento del giorno e della notte, avrebbe avuto un trattamento privilegiato, infatti Deucalione e Pirra consideravano la sacralità dell’ospitalità uno dei principi fondanti della loro vita.
Con il tempo, le entrate della famiglia si erano andate riducendo, poiché Deucalione non era più in grado di rimanere fuori in mare tutta la notte, quindi la quantità di pesce da vendere al mercato non era più abbondante come un tempo. Anche il lavoro di sarta di Pirra si era ridimensionato, a causa della vista che era sensibilmente peggiorata.
Ma, anche a costo di togliersi il pane di bocca, i due vecchi non avevano cambiato la generosità della loro ospitalità.

Perciò le persone che frequentavano casa loro si dividevano in due gruppi: c’erano quelli che andavano a trovarli perché sinceramente affezionati alla coppia, e in cerca di una testimonianza vera di disponibilità e bontà; poi c’erano quelli che se ne approfittavano, biecamente. E quest’ultimo gruppo era decisamente più numeroso…

If it be your will
That a voice be true
From this broken hill
I will sing to you
From this broken hill
Your praises they shall ring
If it be your will
To let me sing

Quando i tre dèi giunsero davanti alla modesta casa, capirono di aver finalmente trovato quel che cercavano. Avevano viaggiato per quasi un anno, rimanendo sempre più sgomenti di fronte alle testimonianze di egoismo e cattiveria di questi esseri.. umani, mortali, insignificanti, e tuttavia sempre pronti ad accaparrarsi ricchezze, a vivere nel lusso, a fregare se non uccidere i loro simili.IMG_20150810_064956

Deucalione e Pirra accolsero i viandanti con sorrisi aperti e sinceri. Apparecchiarono una tavola modesta con quello che potevano offrire: latte, pane, olive, ma anche una coscia d’agnello, da dividere in tre. Si affrettarono a dire che avevano mangiato tanto a pranzo e che preferivano rimanere leggeri, dando ai loro ospiti la porzione di carne. Naturalmente Zeus e i suoi compari seppero subito dove stava la menzogna, ma fecero finta di abboccare alla spiegazione, e si servirono con generosità.
Il giorno dopo Pirra si accorse che la dispensa sembrava non essere stata toccata: agnello, latte, olive e pane erano di nuovo lì, pronti a essere consumati nuovamente.

La donna decise di pensare a una sua distrazione. Ma quando il “fenomeno” si ripeté nei tre giorni successivi, e soprattutto una volta verificato che i dolori suoi e del marito erano praticamente scomparsi e che anche la vista sembrava essere migliorata, anzi, tornata quella di quando aveva venti anni, Pirra decise di parlare seriamente con il marito.
Deucalione non si mostrò sorpreso dello sgomento della moglie e, anzi, cominciò a sorridere, pensando che, dopo tanti anni, l’anziana coppia continuava a essere unita, anche di fronte alla situazione più imprevedibile, nel cercare di dare una spiegazione logica a eventi così strani.

Mentre stavano cominciando a elaborare le prime ipotesi, ecco che gli ospiti entrarono nella piccola cucina.

IMG_20150809_073837Si trattò di una sorta di lampo senza suono, una luce accecante che in un attimo soffuse le tre sagome, e con loro l’intera casa. Deucalione e Pirra ebbero il privilegio di assistere alla rivelazione dei tre dèi e di ascoltare le parole di elogio di quegli uomini divini seriamente contenti di aver finalmente trovato una coppia di mortali che non li facesse vergognare.

Quando si accomiatarono un guizzo attraversò gli sguardi degli dèi.

In quei giorni Zeus riunì il concilio dei suoi fratelli e figli: all’ordine del giorno era la questione degli uomini, creature ormai troppo corrotte e abiette perché i loro creatori potessero fare finta di niente.

La decisione fu sofferta e incontrò non pochi oppositori, ma alla fine di una lunga discussione Poseidone fu incaricato di sommergere la terra, mentre Zeus trafiggeva di saette le nubi e riversava fiumi di acqua dal cielo.

Il mondo fu ricoperto dalle acque, per nove giorni e nove notti. L’umanità intera fu sommersa e affogò nei propri vizi e nelle acque del padre degli dèi. Solo Deucalione e Pirra furono risparmiati: Ermes tornò da loro prima che si scatenasse il diluvio e li fece salire su una barca che avrebbe navigato sana e salva sulle acque della distruzione.

If it be your will
If there is a choice
Let the rivers fill
Let the hymns rechoice
Let your mercy spill
On all these burning hearts in hell
If it be your will
To make us well

Quando la pioggia smise di cadere e le acque cominciarono a ritirarsi, la barca si ritrovò arenata su di un monte. Era la fucina di Efesto, l’Etna. Qui Deucalione aiutò Pirra a sbarcare e i due cominciarono a guardarsi intorno sconsolati: erano stati contenti dell’opportunità data loro dal padre degli dèi, ma ora, a diluvio finito, si resero conto del prezzo che stavano per pagare. Intorno a loro un paesaggio lunare, desolato, con pochi alberi, ma soprattutto senza l’ombra di un essere umano. Erano gli unici due esseri viventi (a parte gli animali, che uno strano uomo barbuto aveva tratto salvo in un luogo molto lontano dal loro). Cominciarono a chiamare Ermes a gran voce, perché volevano parlare con Zeus, il prima possibile. Efesto uscì dagli anfratti del vulcano, seguito dai suoi aiutanti, e cercò di capire cosa volevano i due superstiti.IMG-20150707-WA0000Quando Pirra prese coraggio e cominciò a spiegare la mancanza di esseri umani con cui condividere il loro quotidiano, Efesto provò a convincerla ad accettare le sue ultime invenzioni: degli automi che assomigliavano in tutto e per tutto a uomini e donne, ma avevano il vantaggio di non subire la corruzione del tempo o dell’anima, erano quindi perfetti in tutto e per tutto. Fu Deucalione a prendere la parola, allora, e a ricordare la propria origine: egli era figlio di Prometeo, e in quanto tale aveva in sé un legame speciale con gli esseri umani, un affetto quasi paterno, che perdonava tutto e cercava la loro compagnia.
Alla fine Zeus decise di accontentare i due. Guardandosi intorno, l’unica cosa che vedevano a perdita d’occhio erano le pietre porose del vulcano: Zeus chiese a Deucalione e Pirra di prenderle e buttarsele dietro alle spalle, quasi come se stessero “seminando” qualcosa. Da ogni pietra gettata da Deucalione scaturirono uomini, da quelle di Pirra le donne, e così il mondo poté essere ripopolato.Beccafumi,_deucalione_e_pirra

And draw us near
And bind us tight
All your children here
In their rags of light
In our rags of light
All dressed to kill
And end this night
If it be your will

IMG-20150811-WA0001Se oggi vi avventurate alle pendici dell’Etna, potreste avere la fortuna di imbattervi in una casa, che sorge non distante da Biancavilla (provincia di Catania). Questa casa ha molti nomi: è l’abitazione della famiglia Pennisi, ma anche la sede dell’Associazione Vino di Cana, ed è anche nota come Casa di Maria. Ma quel che ha in numero ancora maggiore sono le persone che vi abitano e quelle che vi transitano.
Il nucleo familiare è infatti allargato da bambini o ragazzini che sono affidati alle cure di Carmela e Sergio; si tratta di giovani e giovanissimi che, a differenza dei loro coetanei, hanno già un passato. La cura della famiglia permette loro di recuperare un po’ della loro infanzia e adolescenza, in attesa di un presente migliore (il futuro è per chi se lo può permettere). Ma in tanti passano di qua: in cerca di un po’ di pace, di qualche risposta, oppure per caso. E tutti si imbattono nel sorriso e nell’abbraccio di Carmela e Sergio, nell’allegria dei loro figli, nella umana follia che circonda la casa. La scelta di Carmela e Sergio è fortemente guidata da un’ispirazione cristiana, religiosa. E gli dèi sono benigni con loro, anche quando li mettono alla prova; la coppia rimane un punto di riferimento, anche nel modo in cui affrontano i momenti più bui.

Etna fioreIo, non cristiana e dalla spiritualità tutta mia, quando vado a casa Pennisi ritrovo la fiducia nell’umanità.

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C’era una volta – 3. In un battito d’ali

Tintoretto,_venere_e_vulcano_02 Ti arrivano alle spalle, quando meno te l’aspetti: sono piccoli passi leggeri, li senti frusciare sull’erba, oppure sbattere delicatamente sul selciato.
Poi è solo un attimo, un bruciore che dura pochi secondi, lo puoi sentire ovunque sul tuo corpo, ma ti squarcia il petto.
La risata argentina annuncia una presenza subdola: è davvero un bambino? È un nanetto travestito?
Le carni morbide e rosee fanno venir voglia di abbracciare e sbaciucchiare, ma appena lo avvolgi e gli accarezzi la schiena avverti l’inconfondibile sensazione di piume ruvide e le corte ali si aprono in un ventaglio bianco.2081185513_9826ec9817

William-Adolphe_Bouguereau_(1825-1905)_-_Nymphs_and_Satyr_(1873)È il terrore dei boschi, al suo passaggio le ninfe cominciano ad urlare, perché sanno cosa le aspetta: si guardano intorno per scrutare nel folto degli alberi quale satiro barbuto le avvicinerà.

È il tormento delle giovani donne: mentre riflettono sul loro incerto futuro di mogli, dividono equamente le offerte agli dèi. Afrodite, perché non le lasci zitelle, e il figlioletto adorato perché le faccia innamorare del futuro sposo, e non le punisca con un amore impossibile, di colui il quale non è loro destinato.

È la speranza delle donne mature, che inizialmente si sono accontentate, ma che poi cercano a tutti i costi di conquistare i ragazzi più giovani.

È l’argomento principale dei simposi… il suo nome riecheggia (spesso a sproposito) nei cortei diretti alle case delle amate e degli amati.

Caravaggio_sleeping_cupid 1608È la curiosità dei filosofi, che vogliono a tutti i costi definirlo e controllarlo.

Ma oggi il mondo è meno caotico e più sereno…. I satiri si dedicano alla musica, le ninfe si bagnano nelle acque fresche, nel silenzio delle radure illuminate. Giovani e meno giovani si dedicano alla casa, forse ai propri figli, forse a se stesse. I letti sono rifatti, le sale non risuonano delle voci degli invitati, i cuochi sono in pausa. Le accademie sono vuote.
Oggi il mondo sceglie di rilassarsi annoiandosi.
Il bambino si riposa… non svegliamolo…18-eros-dormiente

…vieni pure qui, ma con passo leggero non svegliare il fanciullo accarezzato da un delicato sonno.

Antologia Palatina, IX, 826

http://www.metmuseum.org/collection/the-collection-online/search/254502

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C’era una volta – 2: Vincitore o vinto

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Una statua parlante, ma sorda… Continua a leggere

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C’era una volta – Una foresta incantata

C’è un momento per i sogni, accade quando dormiamo, ma spesso non ce li ricordiamo. Allora cerchiamo di ricreare il sogno, per poterlo vivere con consapevolezza. E questo accade quando leggiamo romanzi coinvolgenti, magari di fantasia.
Da bambini non sentivamo questa urgenza: la realtà era creta nelle nostre mani, e potevamo modificarla a nostro piacimento, soprattutto quando accadevano cose brutte, difficili da accettare: l’alternativa al pianto era la creazione di trame completamente a nostro favore. Perfino gli episodi catastrofici, le battaglie inventate, le morti truculente servivano allo scopo, perché le potevamo controllare.
E questo accadeva soprattutto quando leggevamo delle favole.
Mi ricordo bene quando intrattenevo mio fratello, di quattro anni più piccolo, nelle letture appassionate delle terribili Fiabe Italiane, raccolte da Italo Calvino. Mi piaceva ascoltare la mia voce, e il piccolo Alessandro era una cavia perfetta .. chissà se quelle letture lo hanno influenzato nella scelta di Lovecraft da adolescente!
Parrebbe logico, a questo punto, che io parlassi dell’ultimo film di Garrone, “Il Racconto dei Racconti” (triste traduzione de Lo cunto de li cunti – se doveva venderlo in inglese, Tale of Tales, tanto valeva mantenere l’espressione dialettale per il pubblico italiano). Garrone attinge infatti a piene mani al lavoro di Giambattista Basile e proietta il pubblico in una dimensione di favola crudele.
Eppure, quella sensazione così appagante di immersione in un mondo parallelo e misterioso, me l’ha data una mostra che ruota attorno all’archeologia.
Parlo di Potere e Pathos, a Palazzo Strozzi fino al 21 giugno.
Il nome è già una dichiarazione precisa: un’allitterazione tanto cara alle filastrocche infantili, che decide in quale direzione dovrà andare la nostra immaginazione. Il sottotitolo è ancora più diretto, si tratta infatti di opere in bronzo di età ellenistica.

In quel mondo fatto di Regni (ancora riferimenti favolistici) in cui i Re decidevano con chi allearsi servendosi delle proprie figlie come anelli di una catena politica, la divisione tra pubblico e privato, fra sacro e profano, acquista un ruolo completamente diverso da prima.
Con prima si intende il pre-Alessandro, quasi una Camelot prima di Re Artù. Dopo Alessandro Magno (ma in effetti già con lui) il rapporto tra cultura ellenica e il resto del Mediterraneo diventa quasi simbiotico. E sotto l’etichetta di sincretismo si compiono i più arditi esperimenti culturali, sia in ambito religioso che politico.
Quindi Potere: quello che si manifesta nelle statue commemorative, erette nei luoghi chiave delle città, pagati dal celebrato, ma solo dopo l’approvazione ufficiale della comunità, che vede così trasformato il proprio arredo urbano.
Potere delle immagini, non solo dei politici che vengono ritratti, ma anche di coloro i quali scoprono gli aspetti prestigiosi del collezionismo e si circondano di oggetti di valore, il valore culturale prima ancora che commerciale.
Il Pathos, invece, è quello espresso dal nuovo stile: più propenso all’emozione, più deciso a commuovere chi guarda, nel senso di smuovere reazioni dirette ed empatiche.

Ebbene, appena arrivata in città, questa mostra ha sollecitato il mio interesse: dovevo vederla. Una volta visitata, questa mostra ha fatto leva sulla mia vecchia vena narrativa: dovevo raccontarla!
Sette volte sono tornata, con sette gruppi diversi di amici e conoscenti.
Ogni volta il racconto si fa più sciolto, e gli occhi si illuminano in maniera più intensa.
E ogni volta, alla fine del giro, gli amici mi chiedono se sto bene, se c’è qualcosa che non va. in realtà mi sento esausta e soprattutto disorientata. Sono entrata nel bosco delle favole, verde e marrone, come il colore delle patine dei bronzi. Ho incontrato decine di personaggi, e ciascuno mi ha sussurrato la sua storia, che io ho riprodotto obbedendo loro, gli antichi dèi.
Anche Palazzo Strozzi ha colto le grandi possibilità di racconto offerte dalla mostra, e per questo – io credo – il 30 aprile ha invitato un gruppo di ArcheoBlogger a visitare la mostra. ArcheoBlogger è un neologismo che indica, essenzialmente, archeologi che comunicano attraverso diari telematici: possono essere impegnati in attività affatto diverse, ma hanno un fine comune, che è quello della comunicazione con il più ampio numero di persone. Utilizzano i social media, sono attivi su più fronti per arrivare al grande pubblico, ma offrendo una cultura alleggerita dalla polvere delle teche e degli articoli accademici. Anche io mi trovavo in mezzo a loro, e per questo ringrazio chi si è fatto promotore dell’iniziativa e mi ha coinvolto.
Dunque cominciamo a intrecciare i racconti di questa foresta incantata …
TO BE CONTINUED…

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