La verità è nuda, e ci vede benissimo

Lady_Godiva_by_John_CollierCorre veloce, senza voltarsi, ma tenendo lo sguardo fisso sulla strada e stringendo con forza e disperazione le redini del suo cavallo.
La contessa è nuda, ma nessuno la può vedere.
La contessa è nuda e corre per la giustizia e la libertà.
La contessa è nuda e corre per fare dispetto a suo marito, perché vuole provare di poter prendere una decisione autonoma e di condizionare quella del coniuge.

Non è chiaro se sia mai accaduto, ma l’episodio di Lady Godiva, che corse nuda attraversando la cittadina di Coventry, in un anno imprecisato del secolo XI, ha catturato la fantasia di numerosi artisti.

Corre da sola, aggrappata al cavallo. Il rumore degli zoccoli rompe la nebbia, in un mattino dall’aria pungente.
Lei è un “dono di Dio“, e come una dèa cavalca attraverso la città ancora addormentata.
Ha chiesto che le finestre fossero sbarrate, ha messo una taglia su chi si azzarderà a vederla nuda.

Leighton-1892 Lady_GodivaLa storia è raccontata da Roger di Wendover in una cronaca del 1057, anno della morte del marito di Lady Godiva. Si narra di una sorta di patto stretto tra i due coniugi: la contessa si commuove per le troppe tasse con cui il marito conte vessa il popolo di Coventry. Perciò chiede al suo Leofric di cancellarle o almeno di alleggerirle. Leofric decide che la accontenterà solo se lei accetterà di cavalcare nuda attraverso la cittadina. Se lo farà, promette di eliminare tutte le tasse.

Godiva corre, non sente più nulla, il freddo l’ha quasi anestetizzata. Ma allora perché piange? perché grosse lacrime le scorrono lungo le guance? Forse per l’atto disobbediente. Forse perché, ancora una volta, per poter essere ascoltata da suo marito, ha dovuto usare il suo corpo nudo.

Il cronachista continua a raccontare e così veniamo a sapere che Lady Godiva accettò la sfida e il marito tolse tutte le tasse, come confermano altri documenti dell’epoca, tranne quella sui cavalli.
La contessa aveva chiesto che le finestre rimanessero sbarrate al suo passaggio, ma un _Peeping_Tomcerto Tom non riuscì a trattenersi e “sbirciò” (in inglese: to peep) dalle imposte il bel corpo di Godiva. Immediatamente venne colpito da cecità, e così “peeping Tom” rimase nella storia (e nelle espressioni idiomatiche) assieme alla bella cavallerizza.

Jan StykaUn piccolo lago seminascosto dagli alberi, all’interno di un bosco sacro. La dèa decide che il caldo è insostenibile: deve fermarsi e rinfrescarsi nell’acqua. Le compagne le sono accanto in un attimo, l’aiutano a togliersi l’egida e l’elmo. C’è chi le tiene la lancia, un’altra si appoggia annoiata allo scudo, aspettando che la sua signora finisca di denudarsi.
Mentre si toglie il peplo Atena avverte una presenza dietro di lei, un fruscio tra i cespugli. Si volta di scatto, ma non vede nulla.
Si immerge nell’acqua fresca e si rilassa sorridendo e scherzando con le compagne.
Quindi riemerge e lenta si accinge a rivestirsi.
Il fruscio si fa più forte, Atena ordina alle amiche di bloccare chi si sta nascondendo. Compare un giovane imberbe, rosso in volto, magro e impaurito. Cariclo, la ninfa, riconosce il figlio e urla “Tiresia!“.
Atena lo ha già punito.tiresia-2003-01
Tiresia volta la testa verso il suono familiare della voce materna, ma le sue pupille sono ormai bianche. Il giovane è divenuto cieco, per l’azzardo di ammirare il corpo nudo della dèa vergine.

filesQuanto può essere pericoloso vedere il corpo nudo di una donna? Forse per questo la verità è immaginata nuda, come già Botticelli ci ha suggerito nel suo “La calunnia di Apelle“: all’estrema sinistra del quadro si vede una donna, chiaramente gemella di quella dèa emersa dalle acque e alla quale l’artista ha regalato il ruolo principale in un famoso quadro di grandi dimensioni. La donna è nuda e alza al cieloLa-Verita un dito, seguendolo con lo sguardo. E’ immobile e fa un curioso contrasto con il movimento concitato dell’altra estremità del quadro, dove Apelle (l’Innocente) è ridotto all’impotenza e alla disperazione a causa della calunnia ascoltata dal re Mida.

Klimt - La nuda verità - 1899

Klimt – La nuda verità – 1899

La verità è un’altra dèa nuda, chi la vede diventerà cieco? Atena è il simbolo della saggezza e della conoscenza, forse per questo ripaga il giovane Tiresia con la verità delle cose che devono ancora accadere: la sua cecità è stata ripagata dalla preveggenza. Tom sbircia la donna che cavalca e che diventerà leggenda: lui è l’unico testimone, l’unico a vedere ciò che accade veramente.

La verità è una donna che cavalca nuda nella nebbia di un mattino d’autunno.

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Starry Night

Biancavilla tramontoUltima notte a Biancavilla. Notte senza luna in una campagna poco illuminata: il cielo è nero come un velluto e le stelle risaltano luminose e lontane. Gli arabeschi delle costellazioni sembrano più nitidi, le due orse con i loro carri e i personaggi che prendono forma e raccontano la loro storia notturna.

 

 

 

Elihu_Vedder_-_The_Pleiades,_1885

Elihu Vedder, Le Pleiadi, 1885

Un cacciatore e le sue prede

Il loro passaggio è come un battito d’ali, senti le loro vesti strusciare rapide tra i cespugli più bassi. Non parlano, quasi mai. A volte le senti ridacchiare in lontananza.

Io non so perché, ma ne sono ossessionato.

Ogni volta che mi inoltro nel bosco con l’idea di braccare qualche cervo, nel giro di poco tempo comincio a pensare a Merope, poi ad Asterope… Celeno… ognuna si distingue per qualcosa di particolare: l’acconciatura dei capelli, la forma delle labbra, gli occhi.

Mi passano accanto e subito vengo stordito dal profumo che le circonda.

orionIn questa immensità buia io sono il cacciatore di luce: la mia cintura è visibile nei due emisferi e il mio fido compagno, Sirio, è la stella più brillante a fine luglio.

Le ragazze continuano a sfuggirmi… si gettano a capofitto nella notte senza luna, e mentre cadono consapevoli, si voltano verso di me e sembrano sorridere compiaciute. Continuano a sfuggirmi.

 

 

Una famiglia molto unita

Cassiopea“Continuo a guardare i miei boccoli, il nero corvino li fa sembrare più corposi. Son belli, sono belli, davvero. E secondo me anche Amfitrite lo deve ammettere. Anche lei lo sa.”

 

“Di quale grande ironia sono capaci gli déi, di mettermi Andromeda_Cassiopeia1qua, in eterno, accanto a mia madre. E se mi volto vedo lui, il mio salvatore, mio marito, ma ancora con in mano l’oggetto terribile che gli ha permesso di liberarmi dalla roccia e di sottrarmi al mostro marino. Dunque, per l’eternità, rimango prigioniera del mio destino di figlia sacrificata.”

 

Il mito racconta di Cassiopea, regina dell’Epiro, che si vantò di essere più bella di Amfitrite, la nereide sposa di Poseidone. L’ira del dio non si fece attendere e inviò un mostro marino a devastare le coste epirote. Il re Cefeo restava ad assistere, muto, all’impertinenza della moglie e alla rappresaglia divina.

Ma la popolazione chiedeva il suo intervento, e quando Cefeo cercò di capire quel che doveva fare, il responso degli oracoli fu tremendo: Andromeda, unica figlia della coppia reale, andava sacrificata al mostro. Anche in questo caso Cefeo non proferì parola, cercò solo di calmare la moglie che urlava ancora contro gli dèi, e di consolare la figlia, ormai rassegnata a essere incatenata allo scoglio più grande.

PerseusAndromedaVasariL’arrivo di Perseo fu inaspettato per tutti; Andromeda si ritrovò a fissare negli occhi quel ragazzo bellissimo che stava tranciando di netto le catene di ferro con un colpo di spada. In seguito capì che si trattava della stessa spada che aveva reciso con un colpo solo la testa della Gorgone, di quell’orrendo cesto di serpenti che Perseo aveva appoggiato sulla riva subito dopo aver pietrificato il mostro marino mandato da Poseidone.

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Le quattro costellazioni sono ora visibili l’una accanto all’altra, in una notte senza luna.

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