In viaggio: l’archeologia non turistica

La natura di tourismA è quella di unire l’archeologia e il turismo, fin dal nome. Per questo, inseriti nella fitta trama degli eventi, vi sono alcuni appuntamenti (e molti stand) che presentano al pubblico un modo diverso di vivere il viaggio: alla scoperta di luoghi archeologici, in compagnia di un professionista.

Da sinistra: Max Mallowan, sua moglie Agatha Christie e Leonard Woolley, sugli scavi di Ur nel 1931.
La brava Agatha sapeva scegliersi bene accompagnatori (e mariti) quando partiva per un viaggio…

Sabato 23 e domenica 24 febbraio, in Sala Onice, a partire dalle 9.30, avrò l’onore e il piacere di presentare una rassegna di viaggi archeologici che, per la ricchezza di contenuti, è stata divisa in due mattinate.

Sabato verranno presentati Perù, Mongolia, Croazia e Germania e un mix di varie destinazioni. I relatori saranno nomi di prestigio, tra cui il National Geographic; agenzie che da decenni ormai hanno deciso di dedicare una buona fetta delle loro offerte a viaggi di natura culturale.

La caratteristica principale di questi viaggi è la presenza di un esperto o esperta dell’archeologia del luogo, che non solo accompagna ma spiega in albergo con brevi lezioni e illustra sul campo, monumenti e aree archeologiche.

Domenica sarà la volta di Etiopia, Butan, Serbia, Bulgaria, Malta e Venezia. Anche in questo caso, la qualità è garantita dal nome e dalla storia delle agenzie coinvolte.

Io ho una fortuna doppia: quella di far parte del grande mondo degli accompagnatori di viaggi archeologici e quella di fare da presentatrice delle rassegne di entrambi i giorni. Ringrazio ancora Travelmark e Nadia Pasqual, la vera anima di queste rassegne, che di anno in anno raccolgono – e come non farlo – sempre più curiosità e adesioni.

E’ sempre un’emozione scoprire le mete di questi viaggi ed è un privilegio poter scorgere sui volti delle persone che si accompagnano le espressioni di meraviglia, incanto e piacere nel vedere o rivedere con occhi nuovi i luoghi della Storia del mondo.

A questo proposito vorrei segnalare anche un altro evento …tourismAtico! Domenica 24, alle h. 16.30, in Sala 4 si terrà “Una storia fiorentina: sulle tracce del Vicino Oriente islamico”. I Laboratori Archeologici San Gallo presenteranno il volume “Firenze e la cultura islamica. Una guida essenziale.”, un libro che ci permetterà di viaggiare nel tempo e attraverso la città di Firenze, alla scoperta di un aspetto forse meno noto, ma fondamentale per la storia fiorentina ed europea. Gli stessi Laboratori sono presenti a tourismA con uno stand, che vi invito a visitare, dal momento che, tra le varie proposte, c’è quella speciale del viaggio in Giordania… accompagnati da membri dei Laboratori Archeologici San Gallo che in Giordania scavano. Un viaggio con loro equivale a un’esperienza completa: sulle tracce di antiche civiltà e in continuo contatto con la società contemporanea, vissuta in tutti i suoi più quotidiani aspetti.

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Guida galattica per Archeostoppisti – il weekend

Eccoci al secondo appuntamento con la mia personalissima guida per Archeostoppisti di passaggio a tourismA 2019!

L’intento è quello di dare indicazioni di massima per orientarvi tra le millemila proposte di sabato 23 e domenica 24 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze. Per consultare il programma completo cliccate qui, e ricordatevi che il programma è vivo (!) e in continua trasformazione, perciò consultate la pagina online plurime volte nel corso della giornata, per essere sicuri di non perdervi gli appuntamenti cui tenete!

Sabato 23 febbraio

Come ho già specificato, tourismA si impernia attorno al XV incontro nazionale di Archeologia Viva, che si tiene nell’Auditorium per tutta la giornata. Sabato io cercherò di non perdermi gli incontri del pomeriggio, che verteranno su Agrigento (antica e moderna), sulla Sardegna e su Zara e la Dalmazia.

In Sala 9, dalle 9 alle 13, si svolgerà un incontro organizzato dall’ANA e incentrato sulla valorizzazione dei materiali nei Depositi di Musei e Siti Archeologici. Una vicenda, se volete, piuttosto annosa: “Ah, quanti tesori sono sommersi nei magazzini e la gente non li può vedere!”. Ebbene, sappiate che ci sono sempre più realtà che mettono in mostra proprio quegli oggetti e che li tutelano e valorizzano con passione e professionalità.

Tra le altre proposte della giornata, come al solito, dovrete scegliere tra alcuni “scontri diretti”.

La mattina, infatti, in Sala Verde vedremo i Longobardi, dispiegati nell’affascinante progetto di 15 mostre: Longobardi in vetrina; con interventi da vari musei distribuiti su tutto il territorio italiano. Contemporaneamente, in Sala 4, verrà affrontata la valorizzazione dell’archeologia in Sardegna, con interessanti approfondimenti locali.

Nel pomeriggio, invece, lo scontro sarà triplice:

In Sala Verde: Il bene nostro, gli stati generali della gestione del patrimonio culturale dal basso, con interventi di personalità archeologiche e politiche, direttori dei principali centri culturali del Paese; in Sala Onice, Vivere la Preistoria, uno dei fiori all’occhiello della manifestazione, che illustrerà alcuni interessanti esempi di museo open air; in Sala 4, L’Italia nel Mediterraneo, una carrellata di interventi tesi a mostrare le connessioni culturali tra i popoli del Mediterraneo dalla Preistoria all’età Bizantina e Medievale (come potete immaginare, uno degli incontri a cui questo blog è più affezionato!).

Due tipiche appassionate di archeologia, immortalate mentre corrono da una sala all’altra per non perdersi l’intervento del loro beniamino.

Domenica 24 febbraio

Conclusione con giochi pirotecnici per il XV incontro nazionale di Archeologia Viva! Qui faccio fatica a indicare gli interventi più particolari…direi imperdibili quello sulla Cina, con scoperte e collaborazioni, e quello sulla villa dei mosaici di Spello.

La mattina della domenica sarà animata dalla ricostruzione in 3D della tomba di Tutankhamon, esplorabile solo dalle 9.30 alle 10.30 (e su prenotazione). Sempre la mattina sarà dedicata a una serie di interventi che illustreranno un modo divertente di vivere il museo: L’Allegro Museo, infatti, raggruppa una serie di esperienze, in vari luoghi d’Italia, in cui la visita al museo o al sito è accompagnata da un gioco interattivo o da riproduzioni in 3D.

Interessante l’incontro PLUG AND TOUR: Storie di turismo culturale e innovazione collaborativa, che ci porterà in giro per il Salento, alla scoperta di siti più o meno noti, in luoghi incantevoli e con una marcia in più.

Nel pomeriggio, invece, ci saranno convegni sparsi per tematica e portata: dai progetti dell’Università di Firenze alle scoperte del Sichuan, passando per un convegno su progetti e scoperte nella zona adriatica e in quella tirrenica.

Come vedete, due giorni densi e molto interessanti… ma le sorprese di tourismA non finisco qui, cari Archeostoppisti… to be continued

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Archeosocial: comunicare l’archeologia

Domani si apre tourismA 2019, la quinta edizione del Salone dell’Archeologia e del Turismo. Un’iniziativa di impianto fieristico, organizzata nel Palazzo dei Congressi di Firenze e articolata in numerosi convegni, l’incontro nazionale di Archeologia Viva, interventi singoli su i più vari argomenti archeologici e turistici, workshop e infine gli stand di espositori che offriranno libri, viaggi, informazioni su istituti archeologici e non solo. Infine, a margine della manifestazione ci saranno laboratori didattici, sempre legati al mondo della storia e dell’arte antiche.

In questo terreno così fertile di scambi e di idee, tre anni fa è nata l’iniziativa di un gruppo di archeologhe, che hanno deciso di prendere in mano la situazione della comunicazione archeologica e di riordinare le idee e le esperienze in merito all’uso dei social media e dei blog per divulgare scoperte archeologiche, scavi in corso, curiosità, monumenti e musei, ecc.

Per Archeologia Social intendiamo dunque un’archeologia che sappia parlare di sé attraverso gli strumenti offerti dalla comunicazione contemporanea.

Antonia Falcone

Antonia Falcone e Astrid D’Eredità hanno curato le edizioni di Archeosocial a tourismA, orientate ciascuna verso un particolare ambito della comunicazione. Ma dall’anno scorso, le esperienze raccolte in anni di lavoro e durante le edizioni di Archeosocial sono state riunite in un libro, un piccolo, prezioso, manuale.

Ho letto Archeosocial con due paia di occhi: gli occhi dell’amica, che conosce le curatrici e le autrici dei vari capitoli, gli occhi dell’archeologa che da qualche anno si confronta con vari tipi di pubblico (dai ragazzini di 10 anni, ai diversamente giovani di 120) e con vari tipi di istituzioni (dal museo statale alla fondazione privata). Ebbene, il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo il libro è che si tratta di un lavoro generoso.

Non si tratta mai di un’operazione facile: semplificare non significa banalizzare, i termini tecnici quando necessari non vanno eliminati, ma spiegati, l’informazione tradotta deve essere ugualmente corretta.

Marina Lo Blundo

Le archeologhe che hanno ideato e contribuito alla confezione di Archeosocial hanno messo in campo tutto il loro expertise al servizio della comunità: ogni capitolo è infatti corredato da spiegazioni, note, riferimenti bibliografici e web, esempi pratici, immagini, che rendono ben chiaro il messaggio e mettono chi legge nella condizione di riprodurre l’esperienza di chi scrive. Dunque Archeosocial diventa manuale, pur avendo l’aspetto di un pamphlet sulla materia della divulgazione archeologica a mezzo social.

Dobbiamo riuscire a portare nel dialogo in tweet la frenesia del botta e risposta tra l’archeologo e la terra

Marta Coccoluto

Il libro è diviso in due parti: nella prima si introduce la materia e poi si affrontano gli strumenti social usati per comunicare contenuti archeologici e/o storici. Facebook, Twitter, Instagram e infine il blog, vengono analizzati nello specifico, e si forniscono gli strumenti per aprire un account e aggiornarlo secondo le migliori regole comunicative che sono state appena spiegate. La seconda parte presenta dei casi studio, alcuni di grande rilevanza nazionale, altri all’apparenza di incidenza più limitata, locale, ma che grazie alla potenza dei mezzi social si sono fatti conoscere a livello nazionale e internazionale. L’ultimo caso, poi, sembra una summa dei capitoli precedenti, perché affronta l’affascinante esperienza delle Invasioni Digitali (qui il ricordo di quella cui ho partecipato anche io!).

Un progetto di ricerca, agito e fruito solo da archeologi e scollato dalla realtà, appare oggi più che mai anacronistico e destinato a non avere futuro, nella misura in cui la sua efficacia deve misurarsi innanzitutto in termini di impatto sociale e culturale su una comunità.

Giovanna Baldasarre

Ho trovato estremamente affascinante l’uso della lezione di Manacorda, quasi un nume tutelare. Daniele Manacorda è infatti da considerarsi uno dei padri dell’apertura dell’archeologia al pubblico: sua l’iniziativa di organizzare visite guidate sul cantiere della Crypta Balbi già negli anni ’80.

Archeosocial raggiunge facilmente il pubblico più giovane, di chi si sta affacciando al mondo dell’archeologia, ancora avvolto dalla membrana dell’Accademia. Ma anche chi quella membrana l’ha già rotta sarà estremamente grato ad Archeosocial. Secondo me, infatti, il volumetto dovrebbe troneggiare in ogni Soprintendenza, Sezione Didattica Museale, Antiquarium, Polo Museale… in ogni istituzione, in pratica, che stia cercando di svecchiarsi (o era svegliarsi?) e di entrare in questo folle e complicato mondo della comunicazione via social media. Nei capitoli dedicati ai diversi media si possono trovare indicazioni preziose per comprendere come usare questi media, nei capitoli dei casi studio si comprendono tentativi, fallimenti, successi… in una narrazione molto empatica si seguono i progressi di chi si è trovato a imparare da autodidatta. La chiave? Fare squadra, lavorare in team, chiedere, sperimentare e di nuovo chiedere. La lezione di Archeosocial va al di là del suo iniziale intendimento. Per cui il “social” del titolo può essere inteso sia come “social media”, che come “sociale = coinvolgimento dell’altro“. Una comunità di comunicatori.

Mi piacerebbe definire il gruppo di Archeosocial (Antonia Falcone, Astrid D’Eredità, Marta Coccoluto, Giovanna Todisco, Marina Lo Blundo, Giulia Facchin, Brigitte Budani, Rachele Buonomo, Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marianna Marcucci, Elisa Bonacini, Cettina Santagati) come le Aranzulla della comunicazione archeologica via social media e blog! Ma sarebbe limitante.

(…) l’idea del progetto di divulgazione di Aquinum è nata in una fase personale di cambiamento ma soprattutto di curiosità per la nascente consapevolezza delle enormi responsabilità offerte dal web. (…) Non avevo ben chiaro il gravoso impegno del quale mi stavo facendo carico, sia in termini di lavoro ma anche di grande responsabilità nella corretta comunicazione di un bene culturale di importanza storica e pubblica sempre più crescente. Ma avevo di certo un grande vantaggio: come archeologa conoscevo perfettamente il target di riferimento, le dinamiche e la vita dell’archeologo sul cantiere e gli effetti dello scavo archeologico sulla comunità.

Giovina Caldarola

Il gruppo di lavoro, tutto al femminile, è formato da archeologhe che hanno deciso di dedicarsi alla comunicazione archeologica applicandovi la stessa acribia dello scavo stratigrafico.

Da domani a tourismA il libro Archeosocial sarà in vendita in fiera, non lasciatevi sfuggire l’opportunità!

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La guida galattica per Archeostoppisti 2019

Siamo giunti infine alla quinta edizione di tourismA, il salone dell’Archeologia e del Turismo. E, come l’anno scorso, vi propongo una mia personalissima selezione degli eventi “imperdibili“.

Mystica, il programma di tourismA

Il programma è denso e articolato, ma soprattutto il programma di tourismA…è vivo! E lotta in mezzo a noi! Il programma è uno shapeshifter, cambia forma quando meno ce lo aspettiamo… per questo è opportuno tenere sempre un occhio sulla versione online, l’unica in grado di avvisarci dei cambiamenti repentini!

Per chi vorrà essere costantemente aggiornato, consiglio di consultare il sito qui, e di mettersi all’ascolto di Let’s Dig Again, l’archeoradio che trasmetterà in diretta dal Palazzo dei Congressi. Anche perché gli eventi si svolgono contemporaneamente… la mattina, ad esempio, ben tre convegni riempiranno le sale del Palazzo e nel pomeriggio… beh, uguale! Quindi armatevi di santa pazienza, approfittate dei podcast di Let’s Dig Again e… indossate scarpe da corsa.

Io mi aggirerò in molteplici vesti, postando su instagram @lastefi5 e cinguettando come @archeomemorie.

Venerdì 22 febbraio

SAVE ART – L’inizio è scoppiettante! In sala nientepopodimenoché il direttore degli Uffizi, Schmidt, Antonio Paolucci (già direttore dei Musei Vaticani) e Philippe Daverio. L’iscrizione è obbligatoria per i docenti di storia dell’arte, ma ci sono 200 posti a disposizione del pubblico generico. Si tratta di interventi che mirano a sottolineare l’importanza e l’incidenza dell’arte, nelle forme più note, nella vita contemporanea. Chissà che non ci sia un ennesimo appello a non toccare l’insegnamento della storia dell’arte negli istituti superiori…

SARDEGNA: MUSEO A CIELO APERTO    – dalle 8.45 alle 13.30, nella Sala Verde al secondo piano del Palazzo dei Congressi si parla di Sardegna. Con un convegno denso di interventi e che copre un ampio lasso di tempo, dai nuraghe fino all’età medievale. La Sardegna è la regione ospite di tourismA 2019 e quindi a lei un posto d’onore tra i convegnisti e tra gli stand.

ITER – Archeologia, patrimonio e ricerca italiana all’estero – dalle 9.30 alle 13.30, in Sala Onice. Ecco uno degli appuntamenti che considero personalmente tra i più interessanti di tutta la kermesse: la presenza italiana nell’archeologia internazionale. Ogni intervento è una pietra preziosa, che ci fa comprendere come il nostro lavoro e la nostra professionalità sono importanti per il progredire della disciplina, non solo in Italia. Inoltre è sempre incoraggiante osservare team internazionali che si adoperano per lavorare insieme sul campo e non da ultimo per formare il personale locale.

Le statue di Mont’e Prama

XV INCONTRO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA VIVA  – dalle h. 14 fino alle 18, in Auditorium. Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, sarà il maestro di cerimonie dell’incontro che è il fulcro della manifestazione. Molti gli ospiti di riguardo e variegate le tematiche affrontate. In questo primo giorno consiglio di non perdere la (ri)lettura dei Giganti di Mont’e Prama (Cabras-Or), al centro di infuocati dibattiti.

FARE TURISMO CULTURALE OGGI – dalle h. 15 alle h. 18, in Sala Verde. Si discute di turismo culturale con particolare attenzione alle dimore storiche e ai mezzi multimediali per far fruire i luoghi della cultura.

Il programma della prima giornata non è finito: abbiamo un convegno intitolato Toscana Terra Etrusca, che illustra la rete di musei sparsi sul territorio toscano; c’è un intervento sulla scoperta di Ercolano; alcune tra le personalità più in vista dell’archeologia siciliana si confrontano sul territorio di Modica; c’è Gerusalemme e c’è anche un incontro con le scuole.

Ma, a margine di questa breve selezione, voglio indicarvi ALALIA: LA BATTAGLIA CHE CAMBIO’ LA STORIA, un breve convegno sulla battaglia del Mare Sardo, un evento di grande importanza nella storia etrusca e non solo. Dalle 14 alle 17.30 in Sala 9.

A breve le personali selezioni delle altre due giornate… stay tuned!

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