Ebbene, è passato un mese, ormai.. tempo di qualche riflessione?
Cominciamo dal plesso in cui ho l’ufficio, si tratta della facoltà di Communications che è dedicata al mitico Lowell Thomas, un personaggio cui è intitolato un premio:
Lowell Thomas award honors men and women who have distinguished themselves in the field of exploration
Ebbene, il buon vecchio Lowell è l’avventuroso pioniere delle trasmissioni radio e non solo, che ha scoperto Thomas Edward Lawrence, noto ai più con il soprannome che lo stesso Thomas coniò per lui: Lawrence d’Arabia. Sembra che l’entusiasmo del conduttore radiofonico prese un po’ la mano a Lowell e che ben presto divenne più di un talent scout per Lawrence, divenne una specie di mitomane, che se ne andava in giro a decantare la sua amicizia con l’inglese atipico e a promuovere i filmati girati in medio oriente sfruttando l’immagine dell’arabo dagli occhi di ghiaccio….
Ecco, nel plesso che da lui prende il nome io mi sono trovata allocata.. sono al piano inferiore, che pare brutto chiamare basement, ma, dal momento che non ci sono finestre e che è al di sotto del piano stradale, è a tutti gli effetti lo scantinato. Messo bene, ma scantinato ..d’altro canto, mi è stato fatto notare che sono ormai diversi anni che l’Hudson non tracima, perciò.. niente paura!
Insomma, preso possesso del mio angolo di professionalità, ecco che comincio ad entrare nei meccanismi del College: gli orari di ricevimento, le lezioni da preparare, le insegnanti di Arte da incontrare, i colleghi di Scienze da contattare… Il corso di Archeologia è parte integrante di Antropologia e, per questo, è associato al Dipartimento di Scienze, dunque il Preside di dipartimento è un chimico e le richieste dei colleghi sono più laboratori, più fondi per le attività didattiche ecc.ecc.
Al consiglio di Dipartimento cui mi invitano mi sento esattamente come quel che si aspettano che insegni: un dinosauro fuor d’acqua..
La mia classe è interessante, ci sono ragazzi un po’ di tutti i tipi e probabilmente le estrazioni .. 23 cristiani che mi guardano con occhi wasp, ispanici, indiani, afroamericani. Un ragazzo vestito in tweed sembra l’ostaggio lasciato dalla Regina: un irlandese d.o.c., rosso e dal cognome gaelico, probabilmente di ascendenze nobili, educato al punto da sembrare uscito da un film di James Ivory… è già il mio idolo.
Ma la vita della prof è tosta da queste parti.. e soprattutto quando non hai la più pallida idea di quello che stai facendo, perché, come dire, la preistoria l’hai espunta perfino dal tuo piano di studi all’Università e Jurassic Park non è esattamente al primo posto della tua cineteca..
Vivere “on Campus” mi ha fatto capire l’appeal della saga di Harry Potter e mi ha dato le chiavi ermeneutiche per tutta una serie di film che prendono di mira la vita scolastica comunitaria. I plessi delle diverse facoltà sono distanti l’uno dall’altro e ogni giorno centinaia di ragazzi si muovono indolenti tra le gelide strade del Campus.
Siamo in un contesto “church friendly”, perciò abbiamo anche una simpatica cappella, retta impeccabilmente da Padre Lamorte. Non ho ancora avuto il piacere di intervistarlo, ma mercoledì scorso ho ricevuto una email e ci ho messo un po’ a capire che non era uno spam.. Mercoledì scorso era la celebrazione delle Ceneri: correndo ad una lezione che facevo in sostituzione ad una collega di arte, mi imbatto in una ragazza che, cortesemente, mi tiene aperta la porta. La guardo di sfuggita mentre ringrazio e rimango colpita da un grosso “affare” nero che le vedo sulla fronte, penso ad un neo gigantesco e provo pena, poi, la mia mente allenata a Criminal Minds, fa trapelare l’idea di un fantasma con il foro di un proiettile in fronte… follie, mi dico, devi dormire di più.. Arrivo in classe e, nella penombra della presentazione in power point, noto lo stesso segno sulla fronte di un’altra ragazza.. si fa strada l’idea di una epidemia, soprattutto quando scorgo la stessa cosa su di un ragazzo. A quel punto, però, metto a fuoco: è una croce nera, fatta con la fuliggine delle candele.. dopotutto, oggi è Mercoledì delle Ceneri… Uscendo dalla classe vedo la stessa cosa sulla fronte di almeno un’altra 50ina di ragazzi. Finché, entrando nella mia aula alle 18,30 vedo che uno dei miei allievi preferiti è l’unico ad avere il segno inequivocabile.. mi viene in mente Ostiliano e l’unica cosa che ricordavo della scheda sul Bianchi Bandinelli, ben prima di memorizzare la data o lo stile: l’appartenenza ad una setta, in questo caso quella mitraica, indicata dal segno sulla fronte, una X.
A parte l’X factor, i miei ragazzi sembrano essere genuinamente interessati alla materia, tanto che una di quelle più vispe, al momento di indicare l’argomento del course paper, mi ha chiesto se non era troppo generico parlare dei “druidi”.
Io ho dovuto chiederle di ripetere, ho allontanato da me l’idea di poterla indirizzare sugli albi di Asterix e le ho detto che, sì, era meglio scegliere qualcosa di più circoscritto.. (eppure, un pensierino… ).
La vera sorpresa l’ho avuta nelle classi in cui ho fatto supplenza: corsi di storia dell’arte cui ho propinato disquisizioni sul lavoro di Blegen a Pylos e vaniloqui sulle società complesse dei Nativi Americani. Pensavo che il mio pezzo forte sarebbero stati le forme e l’iconografia dei vasi greci attici… in realtà.. mentre spiegavo i rudimenti del banchetto greco e la differenza tra le donne di famiglia, ignoranti per contratto, e le etére o prostitute, istruite per professione, beh, una ragazza si è alzata nervosa e rumorosa e se ne è andata sbattendo la porta.. Questo gesto così plateale ha avuto come effetto immediato quello di svegliare di soprassalto metà della classe che sonnecchiava tranquilla, mentre io guardavo attonita e meditavo una espulsione dal Campus con gogna pubblica di fronte all’ufficio del Rettore…Un simpatico e sagace professore, ex curatore della sezione egizia del MET, da me incontrato per un caffè insieme ad amici comuni, mi ha fatto notare che il messaggio sotteso poteva essere: “se continuate a studiare sarete delle puttane spettacolari”.
Beh, diciamo che mi dispiace non essere stata in grado di fermarla o di fissare un appuntamento con lei.. ne sarebbe scaturita una conversazione interessante..
Lo stile del Campus è piuttosto tradizionale, quasi New England (qualsiasi cosa questa espressione voglia dire): un uso generoso di pietra grigia e legno, e grandi vetrate, per catturare la luce e offrire una vista davvero rasserenante sull’Hudson. I plessi sono sparpagliati su un’area piuttosto ampia, tra collinette più o meno artificiali. Insieme agli edifici universitari ci sono gli alloggi per gli studenti, simpatiche casette terra-tetto che fanno tanto cottage dell’Essex (qualsiasi cosa questa espressione voglia dire).
Per questo l’effetto Harry Potter è assicurato, qualche settimana fa c’erano pure le prove del coro!
I corvi e i gabbiani che “pascolano” sui prati all’inglese, sono la cornice adatta alla casetta di Agrid!
E allora, inevitabile sentirmi come la più svampita delle insegnanti inventate dalla Rowling….
Questa è stata sicuramente la figura fatta nella mia prima lezione: una tipa buffa, che molto probabilmente dice cose interessanti, tutto sta a cercare di capire quel che dice.. Ora la situazione è migliorata, riesco perfino a fare qualche battuta (che viene capita), anche se il momento di maggiore ilarità l’ho raggiunto con questo video:
notare quel che dice il tipo mentre sta estraendo l’osso:”Sì, sì, così, come è lungo!”
(…to be continued…)
*P.O.S.: the Pursuit of Stefiness