…Hear us, Michael,
Greatest angel,
Come down a little
From thy high seat,
To bring us the strength of God,
And the lightening of His mercy…*
Alcuin, Sequence for St Michael
tradotto in inglese da Helen Waddell, Medieval Latin Lyrics
(New York, 1948), pp.91-3
Il 29 settembre è una data che ho imparato a gustarmi e pregustarmi; da ragazzina la associavo ovviamente alla canzone dell’Equipe ’84, che mia madre non mancava di citare, ogni santo ventinove settembre, la mattina, prima di andare a scuola.
Quella data mi suggeriva pantaloni a zampa di elefante, una voce sgraziata, il motivo orecchiabile, pensieri di tradimenti giocosi.
…he is to take possession before Michaelmas**
Jane Austen, Pride and Prejudice
Non ricordo quando ho cominciato a sollevare il velo pop e a guardare negli occhi una delle tradizioni più suggestive: San Michele Arcangelo (insieme a Gabriele e Raffaele), che in Gran Bretagna e Irlanda corrisponde a una delle quattro date in cui viene diviso l’anno.
Michaelmas, ovvero “la messa di San Michele”, è tradizionalmente (per gli anglosassoni) il giorno in cui si passa dall’estate all’autunno, quando il raccolto è concluso e i lavoratori stagionali presso le fattorie si danno il cambio e ricevono la paga. A San Michele vengono fissati i traslochi, i rinnovi di contratto. L’intera, struggente, vicenda di Orgoglio e Pregiudizio, si svolge – molto simbolicamente – tra due San Michele: lo spazio di un anno solare calcolato sulla data così significativa per chi abitava in campagna.
Il 29 settembre solitamente si cominciava il semestre autunnale alle Università. A Londra, San Michele è il giorno in cui si elegge il nuovo sindaco.
Celebrato opportunamente vicino all’equinozio, Michaelmas – dicevamo – è uno dei quattro giorni cardine dell’anno da lavoratori timorati di Dio: si comincia con il Giorno della Signora, il 25 marzo Annunciazione di Maria, quindi San Giovanni o “mezza estate”, il terzo è San Michele e infine Christ-mas, cioè Natale.
In un gioco di solstizi ed equinozi trascorre il tempo del contadino e dello studente, dell’avvocato e del bottegaio. E questa tradizione dura ancora oggi in alcune aule di tribunale o nell’organizzazione dell’anno accademico.
Il gioco dell’oca
“Eat a goose on Michaelmas Day,
Want not for money all the year”.***
Detto popolare
Il giorno di San Michele bisogna mangiare un’oca per garantirsi fortuna e soldi tutto l’anno. Tuttora pare che la fiera di Nottingham sia la più celebre per le oche di Michaelmas.
Ecco che quindi prende corpo l’immagine di una festa pagana, la più rurale a cui possiate pensare, che la Chiesa cattolica (poi anglicana) decide di fare propria e cristianizzare, schierando giustamente un pezzo da novanta: l’Arcangelo che sconfisse il drago!
“Il gran principe”
Nell’Apocalisse Giovanni ha una visione chiara dello scontro epico tra il drago/Satana e Michele, l’Arcangelo, il Condottiero. Scintillante nella sua armatura, Michele sconfigge Lucifero che cade, ancora, misero, questa volta – dicono i britannici – su di un rovo di more. Il tabù relativo prevede che queste bacche non si debbano raccogliere dopo l’11 ottobre (antica data del giorno di Michaelmas).
Mi piace troppo questa idea della festa d’autunno dipinta secondo quadri a tinte forti: la battaglia tra la luce e l’ombra, tra l’estate e l’autunno, raffigurata come scontro tra Dio e il Diavolo, ma con una patina casereccia che fa rotolare il notevole deretano sui rovi di bacche succose (e nere!).
Di Michele potrei parlare per ore, tanto importante è la sua figura nel traghettare la luminosa energia biblica attraverso le acque più torbide e complesse della religiosità bizantina e infine nel mondo gretto e scurrile dell’Europa alto medievale. Preferisco concentrarmi sulla data simbolica di tale passaggio: un 29 settembre che suggerisce proprio quell’essere in bilico, sul limitare della nuova stagione e del nuovo mese, concentrati sulla gamba sospesa che sta per compiere il passo.
Oppure sui due piatti della bilancia che proprio Michele tiene in mano in una versione cristiana della “pesatura delle anime” di egiziana memoria.
Un Arcangelo in equilibrio, tra Bene e Male, tra Pagano e Cristiano, tra il mondo rurale e quello moderno.
* Ascoltaci Michele / Grandissimo angelo / vieni giù un attimo / dal tuo alto trono / per portarci la forza di Dio / e la luce della Sua misericordia
** dovrebbe trasferirsi prima di San Michele
*** Mangia un’oca il giorno di San Michele/ non avrai bisogno di soldi per tutto l’anno