“Tranquilla, a scendere tutti i Santi aiutano”. Mi ricordo il proverbio citato da Valentina, palermitana che rassicurava l’amica pugliese nelle nostre avventure archeologiche nei luoghi più impervi della Grecia.
La mia visita a Grammichele ha incontrato molti Santi… quelli che il Principe Carafa aveva chiamato a raccolta per aiutare la costruzione della sua “città perfetta”.
San Carlo Borromeo, patrono del Principe e molto popolare in quegli anni.
L’Angelo Custode, una figura tornata in auge con il Concilio di Trento e quanto mai importante per dare conforto agli scampati al terremoto.
L’Immacolata Concezione, festa quanto mai sentita. Il dogma arriverà nell’800, e con il dogma giungerà una speciale dispensa per Grammichele: l’immagine di Maria potrà essere portata in processione insieme ai Santi patroni.
San Michele e Santa Caterina d’Alessandria, patroni di Grammichele, venerati l’8 maggio.
Infine San Rocco. Proprio dinanzi alla sua chiesa troviamo una meridiana, opera del professor Luigi Gismondo. La scultura riproduce fra Michele da Ferla, che progetta la città, mentre sul grande pannello in bronzo si vede la lunga corda che ha definito il raggio del cerchio in cui è iscritta la pianta esagonale. E dai Santi agli astri il passo è breve…se il Principe Carafa, nel 1693, mette la sua creazione sotto la protezione di 5 potenti Santi e dell’Immacolata Concezione, negli anni 2000 alcune delle piazze più importanti vengono scelte per ospitare un orologio solare. Gli stili sono diversi, ma il fine unico: la luce imbriglierà il tempo e lo restituirà agli uomini.
Nella piazza centrale, l’esagono intitolato al Principe Carafa, vediamo lo gnomone più elaborato: la statua di un uomo, che da vitruviano si è inginocchiato a terra e sorregge il peso del tempo sulle spalle. Dietro di lui, la statua del Principe incede giù per una scala segnata dalle scienze che lo hanno visto protagonista.
A terra, sono state segnate le date più significative per la città. Quindi, accanto alle celebrazioni religiose, anche la data e l’ora della posa della prima pietra.
Un’altra piazza è abitata da una meridiana che funziona in modo inverso: non è l’ombra, ma la luce a indicare le ore.
Vi è poi la meridiana che indica esclusivamente il mezzogiorno, e un’altra, decisamente di gusto moderno, con una versione quasi cyborg di San Michele, che usa la lancia come gnomone.
Io mi sono innamorata della meridiana di San Rocco… dove Luigi Gismondo ha voluto rappresentare la costruzione della città e dove la meridiana vera e propria è a pianta esagonale, con pietre a indicare le ore. Sul retro del pannello bronzeo sono raffigurati i cittadini di Occhiolà, che raggiungono, impauriti ma speranzosi, la nuova terra.
Il professor Gismondo è anche l’autore dei monumenti posti all’ingresso di ogni sestiere. Alcune sono state vandalizzate (e di questo aspetto le mie cronache parleranno), ma quelle rimaste sono espressioni di grande amore per questa città.
“Tutti i Santi aiutano” e a Grammichele i 6 Santi hanno trovato degli assistenti di prim’ordine, tra cui lo Spirito Santo e, naturalmente, San Leonardo.
Da Occhiolà, dove era utilizzata anche come sala assembleare (una vera ekklesia), San Leonardo riduce considerevolmente le sue dimensioni e si colloca alle spalle della nuova chiesa madre, dedicata a San Michele. Una chiesa adagiata su una delle direttrici che attraversano la città aperta: l’asse Est-Ovest. Una chiesa che guarda l’Occaso…mi ha fatto ricordare alcuni templi di Artemide e di divinità chtonie. La terra (chton), di nuovo lei. Questa terra che spesso trema, ma che offre sempre un modo per rinascere.
…to be continued…