Il titolo del frammento sembra un dispaccio militare pieno di sigle astruse: Sapph., fr 31 V = 31 LP = 2 D
la poesia, però, è una delle più struggenti che mai ci abbia restituito la letteratura greca, e anche una di quelle che ha maggiormente ispirato poeti di tutte le latitudini.
Ecco come inizia:
φαίνεταί μοι κῆνος ἴσος θέοισιν
nello scegliere questo verso per accompagnare il IV volume di Archeoracconto, abbiamo selezionato la traduzione dell’illustre grecista Vincenzo di Benedetto:
Mi sembra pari agli dei quell’uomo che siede di fronte a te e vicino ascolta te che dolcemente parli
e ridi un riso che suscita desiderio. Questa visione veramennte mi ha turbato il cuore el petto: appena ti guardo un breve istante, nulla mi è più possibile dire,
ma la lingua mi si spezza e sùbito un fuoco sottile mi corre sotto la pelle e con gli occhi nulla vedo e rombano le orecchie e su me sudore si spande e un tremito mi afferra tutta e sono più verde dell’erba e poco lontana da morte sembro a me stessa. Ma tutto si può sopportare, poiché …
E così, sentendoci questa volta noi “pari agli dei”, ci siamo aggirati nelle maestose sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e ci siamo lasciati ispirare dagli illustri abitanti.
Ne sono risultati archeoracconti diversi, variegati, che hanno seguito l’andamento delle collezioni e hanno messo in risalto soprattutto gli aspetti più “umani” delle opere d’arte: ritratti, oggetti di uso quotidiano, stanze (da letto), statue dalla storia avventurosa.
Sarà, speriamo, un viaggio appassionante quello che intraprenderete se vorrete, per una volta almeno, sentirvi pari agli dei…
Pari agli dei – Archeoracconto Napoli
Un ringraziamento speciale a Silvia Pacchiarini, archeonarratrice veterana, che ha impaginato il volume napoletano.
A Marina Lo Blundo, mia splendida partner in crime, devo tutto… soprattutto, questa volta, la grande pazienza e amicizia.
A Serena Venditto dobbiamo tutti l’entusiasmo contagioso e la professionalità, senza il suo tour ispirato e ispirante, molti racconti non sarebbero stati scritti.
A Lidia Vignola dobbiamo il grande affetto, che l’ha spinta a partecipare all’archeoracconto e a condividere con noi le emozioni sue e della sua bella famiglia, anche da lontano!
A tutti gli archeonarratori, oltre ai ringraziamenti di rito, dobbiamo la cieca fiducia… che ha spinto a mettersi in gioco!
Alla prossima!