Eccoci a una settimana esatta dalla conclusione di tourismA2018. Tempo di considerazioni, commenti, domande e risposte.
Ho deciso di accompagnare questo mio post con alcune canzoni di ispirazione medievale, perché ho respirato un’aria di fiera medievale: una caotica gioia, piena di curiosità e di personaggi più o meno noti. Come già accaduto con i “vademecum”, anche questa relazione è altamente personale, perciò caotica come tourismA, ma, spero, altrettanto curiosa.
Cominciamo con il Medioevo
sulle note di Ballo in Fa Diesis de “La pulce d’acqua” di Angelo Branduardi
Branduardi lo scrive pensando alla Danza Macabra di Clusone
Un premio Francovich più che meritato per i tre premiati:
Chiara Frugoni per la divulgazione
e poi due premi assegnati dai soci:
MUSEO PROVINCIALE SANNITICO DI CAMPOBASSO – SEZIONE MEDIEVALE
e dai non soci:
DOMUS DEI TAPPETI DI PIETRA – RAVENNA
Il premio è stato consegnato all’interno del XIV Incontro Nazionale di Archeologia Viva, spina dorsale di tourismA che, non dimentichiamo, è una creatura di Piero Pruneti e Archeologia Viva.
In Auditorium, quindi, i momenti più istituzionali: sabato è stato infatti ospitato un importante convegno sui Longobardi.
Attorno all’Auditorium, come tutti gli anni, la “cintura degli stand”, cioè la vera e propria fiera
https://www.youtube.com/watch?v=emmpnBDM0R8
Bello vederne di nuovi: girando per gli stand si ha davvero la percezione di quanto l’Archeologia sia…Viva! Musei, Biblioteche, Associazioni private, Università, ognuno espone i laboratori didattici e le possibilità di visita. Ma ci sono anche i Legionari e gli immancabili laboratori di Alfio Tomaselli, il mondo antico che resuscita e offre un modo moderno e coinvolgente di fare ricerca e contemporaneamente condividerla con il pubblico.
Ma tourismA, lo dice il nome stesso, è anche turismo culturale: numerose le agenzie di viaggio che offrono itinerari di qualità. Domenica mattina, infatti, ho avuto il piacere di presentare una serie di proposte di viaggio, una più bella dell’altra. Dalla Turchia alla Provenza, anche se mi ha colpito molto la presentazione dell’itinerario pakistano… un azzardo, forse, di questi tempi, eppure molto interessante… sembrava davvero fattibile!
Tornando al primo giorno, come già l’anno scorso, anche nel 2018 tourismA ha ospitato #Archeosocial, una serie di interventi coordinati da Antonia Falcone e Astrid d’Eredità.
Dato il carattere “pop” suggerirei un sottofondo medievale ma in chiave Genesis
https://www.youtube.com/watch?v=7Rn9tzirks4
Quest’anno ho avuto l’onore di aprire le danze, con un intervento sulla lettura iconografica e iconologica dell’arte vascolare greca, che doveva essere propedeutico al tono delle successive conversazioni. Archeosocial vuole affrontare la comunicazione dell’archeologia, attraverso le sue molte declinazioni e soprattutto sui social media. Vi invito a guardare la pagina facebook, sia dell’evento che del libro, presentato proprio in occasione di tourismA, che raccoglie i contributi di molte archeologhe di talento.
Non voglio fare torto a nessuna, anche perché, nel pomeriggio, Archeosocial è diventato un workshop in cui la teoria si è fatta pratica e sono state messe in campo sinergie entusiasmanti. Ma vorrei qui spendere due parole in più per un intervento che mi ha molto colpito. Giovanna Baldasarre, una delle anime di Archeokids, ha parlato dei musei e siti archeologici che hanno un occhio di riguardo per i bambini, e poi è passata alla analisi di alcuni libri per bambini da lei usati in occasione di laboratori didattici di argomento archeologico.
Mentre Giovanna parlava, la sala era rapita. Tutti tornati bambini? No, io credo che la forza di Giovanna stia nel saper intercettare le necessità di chi si trova davanti. E tutti noi vogliamo sognare un po’, vogliamo essere accompagnati per mano alla scoperta del mondo. Non importa quanti anni abbiamo.
Concludo questa prima parte del resoconto di tourismA con alcune interviste fatte dalla squadra talentuosa di Let’s Dig Again. Con piglio da inviati di guerra si sono avventurati fra le sale e i visitatori e hanno realizzato reportage che rimarranno in archivio.
Ecco l’intervista a Philippe Daverio, che individua il vero problema della città in cui vivo:
Qui invece Andrea Carandini:
E infine l’intervista alle due organizzatrici di Archeosocial: