In piedi su una roccia piatta Asia contemplava l’infinità che le si apriva davanti: la valle del Bove sembrava un nome fin troppo prosaico per lo spettacolo che offriva. L’immensa impronta del più antico cratere dell’Etna, collassato 40mila anni prima, era una vallata merlata da alte creste, in quel momento seminascoste dalle nuvole basse. Asia respirò a pieni polmoni quell’aria primigenia, quasi sterilizzata, del deserto vulcanico, e allargò gli occhi sorridenti e finalmente sereni.
“Asia, muoviti! La guida non ci aspetta!!”
Perfino la consueta ruvidità di Cassandra le sembrava un canto di gioia, l’avventura greca era stata ricca di colpi di scena e ora Asia cercava solo un po’ di rassicurante normalità. Raggiunse velocemente le due amiche e il nuovo compagno di viaggio, il tedesco dagli occhi di ghiaccio, che la stavano aspettando insieme alla guida. Si trattava del modo pensato da Herr Blau per sdebitarsi con i collaboratori, più o meno improvvisati: una vacanza “vera” in Sicilia, con tanto di tour dell’Etna, tutto pagato per un totale di sette giorni.
Cassandra ed Elena avevano già provveduto a stilare un programma dei musei e dei siti da visitare, fortunatamente avevano inserito qualche spiaggia! Cassandra non si era convinta facilmente, infatti ricordava ancora con terrore una vacanza di qualche anno prima, sempre avventurosa e fatta con i genitori, in cui il suo fisico aveva mal sopportato il caldo siciliano di agosto. Ma le due amiche l’avevano persuasa a tentare, assicurandola che avrebbero evitato le ore più calde e invogliandola con l’escursione sull’Etna, la montagna di Efesto.
La giovane aveva capitolato: in fondo la montagna era la sua vera passione, difficile resisterle, soprattutto quando si trattava di un luogo così affascinante e particolare come l’Etna.
Mentre il gruppetto scendeva caracollando dietro all’abile guida, ognuno di loro ripensava alla conclusione della vicenda greca…
Elena stava ancora recriminando il fatto di non aver potuto godersi la visita al santuario di Delfi, ma contemporaneamente sorrideva soddisfatta al pensiero della sua prontezza di riflessi e al tonfo sordo del grasso contrabbandiere sul suolo sacro ad Apollo.
Cassandra, dal canto suo, continuava a rimanere scettica rispetto alla poca professionalità di Herr Blau e compagnia… ancora non si capacitava di come Klaus non si fosse accorto del doppio gioco di Babis, mentre lei, nel solo stringergli la mano guardandolo in viso, aveva avvertito l’ostilità e il senso di rivalsa che emanavano dal poliziotto.
Klaus era sereno e soddisfatto: il terzetto si era rivelato capace, proprio come aveva previsto Herr Blau, e lui si stava scoprendo sempre più abile nel condizionare le persone, facendo fare loro ciò che voleva…
Asia si sentiva come rinata: le due amiche classiciste le avevano ricordato il mito di Kore, amata figlia di Demetra, dea dell’agricoltura, che era stata rapita da Ade, dio dell’oltretomba. Secondo le antiche leggende il rapimento era avvenuto proprio in Sicilia, dalle parti di Enna, e dopo mesi di disperazione Demetra aveva ottenuto da Zeus la grazia di riavere la figlia, ma solo per sei mesi all’anno. Kore, infatti, nel periodo trascorso con lo sposo, aveva mangiato una melagrana, pianta che si trovava nel mondo sotterraneo di Ade, contaminandosi così per sempre. Per sei mesi all’anno, perciò, era Kore, la giovane e spensierata figlia di Demtera, e il mondo godeva dei frutti della terra rigogliosa, per gli altri sei mesi, invece, era Persefone, affascinante e pericolosa regina dell’Oltretomba, che lasciava sua madre (e la terra) nella disperazione dei mesi autunnali e invernali. Asia era stata rapita, le sue amiche avevano smosso mari e monti per cercarla, ma il fascino del pericolo si era ormai impossessato di lei. Sapeva che avrebbe continuato a collaborare con Herr Blau.