…ep’allotroùs anthròpon
Ecco come continua (con gli accenti metrici) un verso memorabile dell’Odissea [I, 183] che ho indossato per anni su una delle “parole di cotone” prodotte da Einaudi.
Navigando sul mare color del vino verso genti straniere
Lo spirito più vero di Ulisse/Odisseo, che ora mi torna utile per inaugurare una rubrica “estiva”. In questa lunga estate calda, cercherò di fermare alcune sensazioni: il ritorno ad Atene dopo 3 anni e in Grecia dopo 2. La situazione sociale, politica, economica e spirituale di una popolazione allo stremo, di forze e di pazienza.
Cosa troverò? Saranno veramente “straniere” le genti che mi illuderò di tornare a visitare?
Probabile, stando ai racconti terroristici di chi è già passato recentemente di qua.
Io arriverò al comando di una nave in cui viaggiano ignari gitanti, pronti ad entusiasmarsi per ogni piccolo frammento di marmo biancheggiante e per i più sottili veli colorati, agitati da venditori senza scrupoli. Attenti a catturare gli istanti di tramonto là dove l’acqua è più blu, perché, in fondo, è solo un gioco …
O forse ci sarà, questa volta, anche il fuoco? Bruceremo o riusciremo a sfuggire?
Provare per credere. Intanto sono arrivata, i locali effettivamente meno pieni, nonostante l’ora che volgeva al disiato Nes-café … l’uomo del Periptero che mi saluta ma non si espone alla domanda classica del “ti kaneis?” [come stai] forse troppo scontata perché meriti una risposta sincera.
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