La domanda è semplice: cosa vorreste sapere del cratere François?
Forse, in ordine più o meno sparso: che cosa è un cratere e come mai si chiama François. Se avete visto un’immagine del vaso o se lo state ammirando in tutto il suo splendore nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, potreste avere la curiosità di riconoscere le figure sono dipinte sul vaso, quali miti rappresentano.
Semplice, no? Eppure, per rispondere a queste domande sono stati scritti saggi, articoli, monografie, note brevi, anche romanzi! … Insomma, questo vaso da banchetto, rinvenuto a metà ‘800 nelle campagne di Chiusi (Si) in una tomba etrusca, ci affascina da più di un secolo. Sia gli studiosi più avventurosi, che gli studenti più lavativi si sono confrontati (e tuttora continuano) con teorie ardite oppure spiegazioni banali, con idee illuminanti oppure ricostruzioni manualistiche, per spiegare che diavolo ha spinto Kleitias ed Ergotimos, quasi Simon&Garfunkel del VI sec. a.C.**, a concepire un vaso così monumentale, a dipingerlo con episodi mitici fondamentali per cultura greca, e a mandarlo in Etruria….
Accanto, anzi direi intrecciata alla questione tecnica è infatti quella ideologica, che dovrebbe rintracciare o gli elementi di una special commission, cioè di una richiesta fatta da parte di un illuminato etrusco per avere un lavoro così curato, oppure… oppure no… Non credo sia questo il luogo più adatto per snocciolare il rosario di teorie a riguardo..
Perché? Che luogo è questo? Beh, questo è il luogo della curiosità, dell’invito alla lettura o alla rilettura. Dell’offerta di idee o punti di vista diversi, della divulgazione, che, per distinguersi dalla paccottiglia è necessario che sia curata. Per questo è fondamentale verificare fonti ed immagini, ma non basta. E’ importante che ciò che viene detto abbia coerenza e plausibilità scientifica: se parliamo di un’iscrizione romana con il nome di una donna, a poco varranno discorsi sulla figura femminile in Grecia … bisogna rimanere nel contesto di ciò di cui si sta parlando. Anche il registro linguistico è parte integrante della divulgazione, bisogna sempre capire a chi ci si sta rivolgendo.
Perciò, cosa potremmo volere di più se non un bel DVD prodotto dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, per illustrare le gioie e i misteri di uno dei suoi oggetti più celebri?
45 minuti di parlato, rivolti forse a bambini o forse ad adulti, difficile stabilirlo dato che quarantacinque minuti sono tanti per ragazzini, ma termini come anakalypsis sono astrusi anche per gli adulti se non vengono spiegati. Quale il fine del dvd? Non la risposta alle domande che abbiamo posto all’inizio: non è spiegato minimamente il termine cratere (si parla esclusivamente di vaso) né è accennata la sua centralità nel banchetto; quanto al François, viene definito archeologo… ma non è fatto cenno al suo ruolo di militare nel Granducato di Toscana né alle sue, ehm, tecniche di scavo, degli scassi pittoreschi ma molto poco archeo-logici!
Dunque, perché guardare il dvd? Beh, perché ci si immerge nel mirabolante mondo del mito greco! Il dvd cita Ovidio, vissuto ben 5 secoli dopo la produzione del vaso, ma nemmeno la sensibilità augustea dell’illustre esiliato ha potuto immaginare un accostamento così turpe come quello di Teti e Polifemo (!), che nel dvd è detto aver conteso l’amore della bella nereide nientepopodimenoché a Zeus in persona. … Il mito è un mondo affascinante, in cui spesso storie diverse si confondono e generano leggende o varianti locali, tuttavia il vaso è del VI sec. a.C., perciò il repertorio di miti e leggende cui poteva attingere il decoratore Kleitias è quello raccontato da Esiodo, da Omero, dai cicli di poemi che spiegano ciò che nell’Iliade e nell’Odissea viene appena accennato.. nessuno di questi pensa di poter accostare l’orribile figlio di Poseidone alla saggia e bella figlia di Nereo…
Al di là delle bagattelle mitologiche, dal dvd scopriamo che la frontalità delle immagini in Grecia è rara, perché gli artigiani trovano più facile la resa di profilo (sic!), eppure alcuni studiosi di storia delle religioni (ad esempio Dodds, Vernant, Frontisi-Ducroux, per non citare nugoli di psicologi e anche il buon F. Nietzsche) hanno scritto molto sull’importanza del volto di prospetto nell’arte greca, un particolare che rimanda alla possessione divina: Dioniso e alcune Ninfe o Muse, divinità che parlano agli istinti più intimi dell’uomo e il cui sguardo penetra fin nell’animo. Infatti sul cratere François sono Dioniso (qui in alto a sinistra) e Kalliope (qui a destra) che è la musa della poesia epica ma il cui nome fa riferimento al bello sguardo …
Una notizia decisamente fuorviante è poi la lettura della scena della corsa con i carri: l’immagine proposta è quella della fascia su cui sono riprodotti gli eroi greci che si sfidano in una corsa sui propri carri, in occasione dei giochi funebri per commemorare Patroclo. A destra del primo carro vi è la figura stante di Achille (con nome scritto a fianco) e la voce suadente del dvd ci spiega che Achille è arrivato primo nella gara…. Dunque lo vedremmo aspettare gli altri, magari anche prenderli in giro perché lui è già arrivato, ha fatto la doccia, ha anche cominciato a mangiare qualcosa e a firmare un paio di autografi (*sarcasmo*), eppure basterebbe ascoltare le sue stesse parole:
Così è fuorviante affermare che l’Efesto che si reca al matrimonio di Peleo e Teti è “un dio marginale sul piano sociale”, ma poi sottolinearne la centralità nell’episodio del ritorno sull’Olimpo perché probabile riferimento all’attività artigianale dei due artefici del grandioso vaso.
Vi sono alcune frasi o parole buttate un po’ nel calderone, in questo dvd: il riferimento al peplo tessuto da Elena nell’Iliade, senza specificare il luogo e il momento dell’azione legati a questa scena; parlare delle “divinità di confine” come la Signora degli animali o la Gorgone in corsa che decorano le anse, senza spiegare che sarebbe meglio definirle “liminari”, a protezione – cioè – dei momenti di passaggio nella vita di un ragazzo o di una ragazza, non un confine fisico ma emotivo o fisiologico; infine raccontare della lotta tra Pigmei e gru senza accennare minimamente alla leggenda della regina-gru che scende a riprendere il figlio, peccato…
Però ci sono le animazioni, il momento più gustoso del lungo video: si tratta di disegni che ricordano l’Ercole disneyano e che sono effettivamente molto simpatici e utilizzati per spiegare le scene cui i miti del vaso rimandano (il famoso repertorio che permetteva ai Greci dell’epoca di riconoscere anche storie complesse guardando la sola immagine dell’esito o dell’inizio di queste storie). Peccato che i banchetti matrimoniali assomigliano, in queste animazioni, a “stilosi” vernissage, con il tintinnare di flutes in sottofondo … un tavolo lungo con beveraggi e snacks e quelli dell’Olimpo-bene che si salutano con falsi sorrisi, scambiandosi brindisi a “suon” di kylikes… Solo in un caso (Dioniso ed Efesto) viene proposta una ricostruzione più verosimile di quel che doveva essere il simposio antico. Quanto poi all’annosa questione del giudizio di Paride, vediamo che le tre dee sono accompagnate da un giovanotto che brandisce un vistoso caduceo… Quello però è il simbolo di Ermes, il dio che accompagna persone o messaggi, perché dovrebbe essere in mano a Paride? Il dubbio ci coglie che si tratti di un equivoco:
spesso la scena riprodotta sui vasi, infatti, presenta le tre dee accompagnate da Ermes, a volte il buon Paride manca del tutto, perché è implicito, evocato dalla scena. Non sarà stato per caso confuso Ermes con Paride?
Ai posteri l’ardua sentenza, così come per la pronuncia di Kleitias, che chiede semplicemente un accento sulla “i” e invece si becca un fenomeno di iotacismo che nel VI sec. non sapevano nemmeno come scrivere e una “z” che non sappiamo se sia la confusione del “ti” latino oppure una lettura della lettera “theta” che però non risulta agli atti.
Sugli accenti ballerini tanto vale sorvolare, anche perché non interessano i nostri 25 lettori … quel che invece interessa è che da un Museo esca un prodotto che abbini l’aspetto accattivante del prodotto multimediale e animato, con il rigore scientifico. In questi momenti di buio culturale ai naviganti è preziosa la Stella Polare, incarnata inevitabilmente nell’Istituzione. Ad esempio, la notizia che nel palazzo di Peleo e Teti (ma, a proposito, è il palazzo di qualcuno? Gli studiosi non ne sono del tutto convinti) ci fosse un pertugio per far entrare o uscire i gatti non è un’acquisizione condivisa da tutti gli studiosi. Si tratta di un’ipotesi basata esclusivamente sulla raffigurazione del cratere François e dedotta osservando le porte delle case moderne, ma non una lettura univoca come per il resto delle scene, dunque perché offrirla come per scontata? A questo proposito lamento anche la totale assenza di riferimenti bibliografici, che naturalmente all’utente medio potrebbero non aggiungere nulla, ma che conferirebbero al tutto un aspetto più ordinato e a prova di critica.
Un immenso succedersi di racconti mitici, con qualche accenno di interpretazione e molte sviste: questo dvd ci apre una finestra sulla complessa questione degli scambi commerciali tra Grecia ed Etruria. La sensazione, infatti, dopo i tre quarti d’ora è di assistere alla testimonianza diretta della società etrusca che accoglie ammirata un vaso di cui non riesce a capire fino in fondo il valore, perché si riferisce ad un ambito culturale comunque distante…
A questo punto chiudiamo con un altro paio di domande:
innanzitutto, perché questo mio post. Beh, perché questo dvd mi dicono che dovrebbe essere proiettato nel Museo Archeologico, nella sala del Vaso François. Io ritengo che sia il caso di rivedere alcuni punti, per non offrire ulteriormente il fianco ad affondi che hanno già messo in pericolo la reputazione dell’Istituzione fiorentina (ma intanto il dvd è stato proiettato alla Borsa del Turismo Archeologico 2011)
E poi siamo forse destinati a concludere come il Crozza-Giacobbo di Kazzenger: “come è mai possibile che io sia il vice direttore di Rai2?” … ecco, prendendo a prestito questo grande interrogativo possiamo scorrere i credits del dvd, guardare attoniti ai referenti scientifici di questo prodotto e pronunciare la stessa domanda…
*Odissea, libro XI verso 370, Alcinoo si rivolge ad Odisseo; la stessa frase è ripetuta da altri personaggi, nella migliore tradizione del linguaggio formulare.
**Se mi azzardo in un ardito parallelo con Simon & Garfunkel, lo faccio per suscitare un sorriso .. però… so che ho citato due coppie di artigiani/artisti, molto abili nella loro arte (che sia la musica o la ceramica), dove nessuno rinuncia alla propria personalità, ma il prodotto finale è un tutt’uno, non può essere scisso nei due elementi che lo hanno composto (per i ceramisti la forma del vaso e la sua decorazione).
Allora, ti racconto una cosa… un mesetto fa, alla consueta riunione dei genitori con il prof coordinatore della classe di Claudio, ci è stato fatto omaggio di un DVD. Il titolo è:
“I nostri geni etruschi”
Il DVD è accompagnato da un paio di occhialini 3D
E ora ti confesso: temo di scoprire cosa contiene il DVD. Da umile laureata in etruscologia temo di far rivoltare nella tomba molti poveri etruschi. E quindi non ho ancora trovato il coraggio di visionarlo.
Proposta indecente: lo guardiamo insieme tenendoci per mano e facendoci coraggio l’un l’altra??
Pingback: "I vestiti nuovi dell'Imperatore" (Copenhagen 1837-Firenze 2011) | Memorie dal Mediterraneo | Archeologia e Didattica