Giunto su una spiaggia cretese, nei pressi di Gortina, Zeus si trasformò in aquila e violentò Europa in un boschetto di salici accanto a una fonte; o, come altri dicono, sotto un platano sempre verde.
Così Robert Graves registra, nel suo aplomb anglosassone, l’epilogo del viaggio coatto della giovane Europa…
Il salice è in effetti un albero che molto si addice a questa ragazza intraprendente: Ellotis è il nome cretese di Europa, un nome che evoca l’ellice, il salice, ma Eu-rope è anche colei che è “buona per i salici” cioè buona per i riti di stregoneria, legati alla dea-luna, dea della fertilità.. al salice era sacro il 5° mese del Grande Anno lunare, quando presso molti popoli si celebravano riti di fertilità.
Chissà se queste considerazioni erano anche nella mente di Robert Schuman, che pronunciò il discorso sulla pace mondiale che segnò la nascita dell’Europa.. comunitaria proprio in maggio, il 9 per la precisione, del 1950.
Lasciamo per un attimo i riti salicini dei Ministri europei e torniamo alla saga della fanciulla figlia di Agenore, la quale, un giorno imprecisato di un anno lontano fu scorta da Zeus e divenne l’inconsapevole protagonista di una concatenazione di eventi di inimmaginabile importanza…
Zeus chiese l’aiuto di Hermes, perché facesse spingere gli armenti di Agenore sulla spiaggia di Tiro (o di Sidone), la città da lui governata. Di nuovo una spiaggia, dunque, dove Europa passeggia ignara fino ad accorgersi di un toro particolarmente bello:
sulla spiaggia di Sidone un toro tentava di imitare un gorgheggio amoroso. Era Zeus. (…) un toro di colore biondo, con un cerchio bianco sulla fronte. Emanava un profumo che copriva quello dei fiori. Si fermò dinanzi a Europa e le leccò il collo. Lei lo accarezzava.. il toro le si inginocchiò davanti, offrendole la groppa. E, come lei fu montata, balzò verso il mare.
Europa gioca con lui che sembra mansueto, arriva a sedercisi sopra.. ma all’improvviso il toro si slancia in acqua e per la povera ragazza non c’è più niente da fare.. rapita per sempre! Agenore sguinzaglia i figli maschi alla ricerca della sua unica figlia: il rapimento a scopo di matrimonio è un’usanza piuttosto diffusa tra i popoli antichi, ma la comparsa del “mostro” lascia sorpresi e preoccupati i familiari della ragazza.
Già in mezzo alle onde, con una mano si aggrappava al grande corno, con l’altra teneva sollevato e stretto al petto il bordo del peplo. E, dietro le sue spalle, il peplo si era gonfiato in una vela purpurea.
Europa approderà con il suo focoso spasimante su una spiaggia non troppo distante e genererà tre figli: Minosse, Radamante e Sarpedone, ma non si esaurirà così la passione di famiglia per i tori e la moglie di Minosse, Pasifae, arriverà a scegliere un toro meno blasonato per partorire il Minotauro e chiudere il cerchio cominciato con un’altra giovenca, Io, sacerdotessa di Hera presso Argo.
La storia di Io era stata una storia di rapimenti e peregrinazioni, erano stati i mercanti fenici sbarcati nel Peloponneso a rapire la “vergine dedicata al toro” e a farla approdare in Asia. Nel mito, Io era diventata giovenca in fuga dalle voglie di Zeus e costretta a continui spostamenti, fino a quando in Egitto si era finalmente arrestata e il tocco di Zeus l’aveva trasformata nuovamente in ragazza.
Un richiamo oscillava tra l’Asia e l’Europa: a ogni oscillazione una donna, e con lei una schiera di predatori, passava da una riva all’altra.
I fratelli, intanto, si muovono alla ricerca di Europa, imbrigliati nelle complesse trame di miti eziologici e destinati a fondare nuove città e a colonizzare nuove terre. Il rapimento di una vergine, che nelle società antiche sancisce il contratto economico del matrimonio, diventa nel caso di Europa un vero e proprio passaggio epocale, in cui si stabilisce la supremazia per mare degli adoratori del toro sacro (i Minoici) e contemporaneamente si definiscono i principali empòria mediterranei (Fenice, uno dei fratelli, si fermerà nel luogo dell’erigenda Cartagine e sarà il capostipite dei Punici) e si gettano le basi per la civiltà micenea.
Infatti Cadmo, il solo dei fratelli a rimanere fedele al compito affidatogli, continua nella sua peregrinazione e decide finalmente di rivolgersi all’unico in grado di indicargli la strada giusta: l’oracolo di Delfi. Il responso della pitonessa (siamo ancora in una fase pre-apollinea, l’era del serpente) è di dimenticare Europa e di concentrarsi su un’altra giovenca, che gli indicherà la città da fondare. Cadmo è il primo re di Tebe e il suo governo è decisamente sotto il segno del serpente: dai denti del serpente a guardia della fonte Castalia nascono infatti gli Sparti, i primi sudditi di Cadmo, e in serpenti vengono trasformati lui e la moglie Armonia alla fine della loro vita. Un altro aspetto che ricorre nella saga cadmea è Ares, il dio guerriero, presso il quale Cadmo è costretto a trascorrere 8 anni come schiavo (un ciclo lunare), ma dal quale è salvato nella metamorfosi finale.
Dunque una fanciulla rapita, una rete di commerci avviata, un fratello ostaggio del dio della Guerra. Questo e molto altro nasconde il nome di Europa.
E il 9 maggio del 1950, due ministri francesi decidono che in nome dell’Europa saranno prese decisioni importanti per l’economia e la pace di molti Paesi:
Sono le prime righe della dichiarazione letta da Robert Schuman, Ministro francese degli Affari Esteri, in collaborazione con l’amico e consigliere Jean Monnet, in una conferenza stampa al Quai d’Orsay.
Secondo il sito ufficiale dell’UE, Ogni paese che ha democraticamente scelto di aderire all’Unione europea adotta i valori di pace e di solidarietà su cui si fonda la costruzione comunitaria, ma noi sappiamo che le basi dell’Europa sono il tradimento e il rapimento e poco importa, forse, che la nonna di Europa era Libia e suo nonno Posidone, il dio del mare. Nell’albero genealogico di Europa c’è molta Asia e un po’ di Africa e ci sono i riti di fertilità cui una ragazza non può sottrarsi...
Darius Milhaud, nel 1927 compone l’Enlèvement d’Europe, il Ratto di Europa: un’opera-epigramma della durata di circa 9 minuti, musicata sul libretto di Hoppenot e non priva di una certa aria farsesca. Di fronte al mancato genero Pergamo, che ha l’amata invaghita di un toro e da questo rapita in mare, Agenore non può fare altro che esprimere un pensiero per lui molto penoso: le ragazze sono esseri assai strani.
Ecco, ed Europa è una ragazza molto particolare.
Senza la minima perplessità si lancia in un’avventura più grande di lei. Dalla spiaggia paterna a quella della sua maturità di donna e madre, Europa attraversa un mare pieno di contraddizioni… e proprio le spiagge oggi suscitano una certa perplessità all’Unione europea, che della fanciulla eredita il nome e forse anche una certa sfrontatezza di modi.
Tremonti gioca un po’ con la fanciulla svampita, novello toro bianco la affronta su una spiaggia (anzi, più d’una) e cerca di minare la sua condizione di giovane ancora da marito:
L’idea di pensare un nuovo trattato europeo per Tremonti è una ipotesi possibile
Cambiamento di status giuridico, non più vergine, figlia di un padre benevolo ma prudente, bensì moglie e madre in altri lidi e con la velleità di creare nuovi legami economici:
La politica – ha detto il ministro dell’Economia – deve essere “politeia“, comprensione dei sentimenti e della cultura dei popoli». A volte, ha proseguito, «quello che sembra lungimirante in realtà è miope e per questo dico che l’Europa è stata finora missing in action, anzi in non action, pur avendo un trattato la cui lettera è molto ampia e che offre una base di intervento»
Parte da un termine greco, spesso accostato al nome del Paese cui ci si riferisce (Athenaion politeia, ad esempio, il noto pamphlet aristotelico) per indicarne la gestione delle “cose della polis” e la sottile rete di leggi e norme che sorregge un governo, di qualsiasi impostazione. Poi però Tremonti slitta velocemente su di un termine anglosassone, legato ad un ambito ben preciso: la guerra. Ecco che Europa torna una preda di guerra e il fratello Cadmo, l’uccisore del serpente e serpente egli stesso, cangiante nei colori e nelle intenzioni, può solo augurarle un buon matrimonio, rallegrato da figli sani e numerosi, perché lui è chiamato a servire il dio della Guerra… per un intero ciclo lunare (ma non era Europa la dea della luna? … misteri delle trame mitologiche).
Oggi comunque festeggiamo! Festeggiamo queste dichiarazioni, festeggiamo a maggio la fertilità ritrovata! Festeggiamo con la musica e le luci!
A Firenze festeggiamo… con … un altro ratto! Le Sabine, ben più italiche, più giunoniche forse, con molti più fratelli! Rapite da Roma ladrona e sacrificate per la Ragione di Stato:
L’Europa è preda, la sorte è segnata. Le Sabine sono prede, senza possibilità di appello. Piegata alla logica del mercato e dei matrimoni di convenienza, la fanciulla attraversa il Mediterraneo in groppa ad un bianco toro, sventolando una ghirlanda di fiori. Le donne sabine, invece, cercano di ribellarsi, avvertendo la mostruosità dell’atto di forza; ma infine desistono e diventano addirittura le artefici di un … patto di stabilità!
Forse è giunto il momento per la ragazza di prendere.. il toro per le corna! Decidere almeno su quale spiaggia approdare (e fare attenzione a non dover pagar pedaggio!).
In questo giorno di maggio, basta un’Aspirina perché il decotto di salice faccia effetto e scompaia questo senso di febbre sempre in agguato, che ci sta intorpidendo le ossa e soprattutto la mente. Le decisioni prese a Bruxelles si ripercuotono nelle nostre vite stanche e impaurite; il Mediterraneo non è mai stato così affollato, di tori, di navi, di carrette, di barconi. Il cielo del Mediterraneo porta decisioni che sembrano non appartenerci.
Se figli siamo di questa Europa così “strana”, cerchiamo di leggere meglio i fondi di caffè e auguriamoci di avere finalmente voce, in questo triste capitolo.
Ma come era cominciato tutto? Europa, verso l’alba, dormendo nella sua stanza al primo piano del palazzo reale, aveva avuto un sogno strano: si trovava fra due donne, una era l’Asia, l’altra era la terra che le sta di fronte, e non ha un nome. Le due donne si battevano, con violenza, per lei. Ciascuna la voleva per sé. L’Asia sembrava a Europa una donna del suo paese; l’altra era per lei una totale straniera. E la straniera, alla fine, con mani possenti la trascinava via. Per volere di Zeus, diceva: Europa sarebbe stata una fanciulla asiatica rapita da una straniera. Il sogno era nettissimo, come una scena del giorno. Europa si svegliò spaventata e rimase a lungo seduta sul letto, in silenzio. Poi era uscita, come sempre, con le sue compagne. Alla foce del fiume, fra le rose e lo scrosciare delle onde, Europa si aggirava con il suo canestro d’oro.
questo, come gli altri brani citati (tranne quello iniziale) sono tratti dal primo capitolo de “Le nozze di Cadmo e Armonia” di Roberto Calasso, Adelphi 1988.
Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc. (l’esempio più notevole di questo tipo d’industria sono finora in Italia le siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l’importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato, imponendo la politica per loro più vantaggiosa (es.: industrie minerarie, grandi istituti bancari, grandi armamenti). È questo il campo in cui si dovrà procedere senz’altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti.
(Dal Manifesto di Ventotene)
Lo scriveva Altiero Spinelli nel 1944…pare che le cose siano andate un pò diversamente, purtroppo.