Mensola con Africo parlava, e sì diceva: – O compagna mia cara, bagnera’ti tu qui con esso noi? – Africo disse con la boce chiara: – Compagna mia, i’farò quel che vòi, né cosa che vogliate mi fia amara – Boccaccio, Ninfale fiesolano, 236-237
17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II proclama la nascita del Regno d’Italia, la capitale sarà Torino. Settembre 1864, Napoleone III firma una Convenzione con il neonato regno e prende accordi con Vittorio Emanuele II: le truppe francesi di stanza a Roma, a difesa del Papa, lasceranno l’Italia ma questa si impegnerà a non attaccare il Papa e a spostare la capitale da Torino, senza però scegliere Roma.
1 giugno 1865: Firenze è capitale del Regno d’Italia.
Il capoluogo toscano deve quindi organizzare la propria veste da capitale e si lancia in investimenti su larga scala per ridisegnare la città. Luigi del Sarto si concentra sul centro storico mentre Giuseppe Poggi si occupa del “contado”.
L’avventura purtroppo finisce dopo appena 5 anni.. con tanti danni alle casse comunali, ma ciò non ferma l’ardore e l’impegno di una città che in quegli stessi anni sta vivendo una grande stagione del pensiero scientifico e umanistico: nel 1853 apre al pubblico la Galleria degli Uffizi, nel 1865 viene fondata la casa editrice Le Monnier, nel 1868 comincia la sua attività la Biblioteca Nazionale, tra gli anni ’50 e ’60 si aprono il Museo della Scienza, l’Orto botanico, il Museo di Antropologia, il Museo di Storia Naturale. Contemporaneamente viene fondato l’Istituto di Studi Superiori, che nel giro di qualche decennio diventerà Università degli Studi di Firenze.
Il pensiero positivista e l’iniziativa di illustri studiosi diventano il motore di un’opera di aggiornamento e rinnovamento della Firenze granducale. In questo clima culturale così fertile, i lavori di ammodernamento urbanistico riprendono dopo il 1870 e portano in relativamente pochi anni a scoperte eccezionali: dalle zone più arretrate del centro storico emergono le vestigia di Florentia, la colonia latina di età augustea.
Così, partendo proprio dalla grande stagione fiorentina dei lavori diriorganizzazione urbanistica, ci concentriamo su una zona di Firenze che raramente viene presa in considerazione: la parte sud-orientale, che guarda verso Arezzo e che prospera alle pendici di Fiesole. L’odierna suddivisione amministrativa definisce tale zona come Quartiere2, i confini sono la via Bolognese, le pendici di Fiesole, i viali di circonvallazione (piazza Donatello, piazza Beccaria, lungarno del Tempio) e a Sud Varlungo e Rovezzano, mentre a Est si giunge fino a Settignano.
Nel corso di 5 incontri il progetto “Quando Mensola con Africo parlava“ percorre la storia di questa ampia zona fiorentina dall’età etrusca e romana, attraversando poi l’età complessa e controversa dei Monasteri, per giungere al Granducato e infine all’ambiziosa idea di Giuseppe Poggi che, proprio in quest’area, concentra molti interventi, alla cinta daziaria, alla ferrovia e in generale alla sistemazione della riva dell’Arno.
Quando Mensola con Africo parlava nasce dalla collaborazione di Stefania Berutti con CARABAS! s.n.c. e con il patrocinio dell’Ufficio Cultura del Quartiere2 di Firenze. Gli incontri si tengono a Villa Arrivabene, in Piazza Alberti 1, sede del Quartiere2. Oltre agli incontri in sede sono previste due passeggiate attraverso le strade del quartiere intitolate ai patrioti del Risorgimento italiano, in modo da creare un collegamento tra le opere di scavo e studio che hanno portato a conoscere sempre meglio la storia del contado fiorentino, e gli ardori e le battaglie che hanno permesso la nascita del Regno d’Italia, premessa imprescindibile ai lavori e alla presa di coscienza della storia della nuova Nazione.
Il primo incontro si è tenuto il 17 marzo, il prossimo sarà giovedì 24 marzo, alle ore 17. 30.
Qui di seguito le immagini del primo incontro: