“L’essere danzò per il labirinto, attraverso il mondo delle sue immagini, danzò come un bimbo mostruoso, danzò come un mostruoso padre di se stesso, danzò come un dio mostruoso attraverso l’universo delle sue immagini”
F. Duerrenmatt “Il Minotauro”
Lo spunto di Inception è troppo interessante, il richiamo è troppo forte per non raccoglierlo: la ragazza, l’architetto che Di Caprio/Cobb recluta per i suoi sogni indotti, si chiama Arianna e il primo compito che le viene chiesto è di disegnare un labirinto…
La trama del film ripropone perciò un mito famoso: il principe Teseo giunge a Creta per liberare Atene dal tributo di sangue che vede dei giovani sacrificati al figlio mostruoso di Pasifae, regina di Creta e moglie di Minosse. Il Minotauro è rinchiuso in un complicato labirinto che Dedalo ha ideato per tenere la belva lontana dagli uomini; nell’affrontarlo Teseo non può essere solo coraggioso e forte, deve essere aiutato a ritrovare la via d’uscita una volta ucciso il mostro. Arianna, figlia di Pasifae e Minosse, si innamora dell’eroe ateniese e gli fornisce un gomitolo che lo aiuterà a ritrovare la strada dopo aver sconfitto il Minotauro.
Nella versione di Inception questo spunto mitico, antropologico, è approfondito per assumere l’aspetto del viaggio al centro del proprio inconscio, caro alla psicoanalisi e foriero sempre di impressionanti colpi di scena…
Questa volta è quindi Teseo/Cobb che chiede ad Arianna di costruire il labirinto in cui dovrà entrare. Lo dovrà conoscere solo lei, solo lei dovrà avere la chiave per uscirne. Insieme, Teseo e Arianna entrano nel labirinto per cercare il Minotauro di Teseo. Il mostro che lo stesso Teseo ha creato e poi nascosto all’interno del labirinto, perché troppo pericoloso.
Il Minotauro intanto aspetta; non vive, ma aspetta l’arrivo di Teseo in un mondo che Teseo stesso ha creato. In questo mondo irreale, parallelo, il Minotauro è sempre uguale a se stesso e aspetta di essere trovato e sconfitto da Teseo.
Raggiungerlo non è semplice, ma ancora più complesso è sconfiggerlo: il Minotauro è forte, è convinto che Teseo non può esistere senza di lui, perciò è convinto di non poter morire, mai. Teseo vive nel mondo reale e il Minotauro nel labirinto del suo inconscio, legati per sempre l’uno all’altro. Ma allora, cosa è il Minotauro per Teseo?
Friederich Duerrenmatt scrive “Il Minotauro” nel 1985 e colloca il mostro cretese in un labirinto fatto di specchi: il Minotauro conosce se stesso e la sua immagine ripetuta infinite volte. C’è solo lui, un se stesso moltiplicato… il Minotauro passa il tempo a rimirarsi, a conoscersi, a esplorarsi.. in fondo il senso di colpa di cosa si nutre se non del continuo rivivere un evento, una decisione, una situazione, una persona che è stata la causa scatenante del senso di colpa stesso… L’osservazione infinita alla scoperta di sempre nuovi pezzi di un mosaico di dolore e di rimpianto.
Teseo/Di Caprio è deciso, Arianna confida in lui, sa che è giunto il momento di “scendere” dal Minotauro e stanarlo nel labirinto, specchiarsi insieme a lui per cogliere ogni minima espressione… In Duerrenmatt Teseo assume lo stesso aspetto del Minotauro e indossa una maschera di toro, confondendo il mostro che si specchia questa volta in un suo doppio in carne e ossa…
E quali armi usare per affrontare il mostro? la sincerità
E con cosa annientarlo? Ammettendo l’unica grande verità: che il Minotauro è una creazione di Teseo…
“Osservò con diffidenza la sua immagine, finse di non osservarla, sentì che sembrava essere qualcosa che non era. Ne fu spaventato e incuriosito insieme. Arretrò, e così fece la sua immagine, un po’ per volta scoprì di essere di fronte a se stesso. Cercò di fuggire ma ovunque si volgesse si trovava sempre di fronte a se stesso (…) avvertì che non esistevano tanti minotauri, ma un minotauro solo, che esisteva un solo essere quale egli era, non un altro prima né un altro dopo di lui, che egli era l’unico, l’escluso e rinchiuso insieme, che il labirinto c’era per causa sua, e questo solo perché era stato messo al mondo…”
Così Teseo può affrontare il Minotauro e rivelargli che è stato lui stesso a crearlo e che la realtà in cui ha vissuto non esiste più di quanto non esista egli stesso… Lo specchio si incrina, perché non sa più cosa riflettere.
Le mille sfaccettature del senso di colpa si ricompongono e si scompongono nuovamente, fino ad annullarsi e sciogliersi definitivamente.. La colpa è nota, ma ora si può guardare in faccia alle proprie azioni e accettarne ogni conseguenza.
Qual è l’immagine ora? Teseo o il Minotauro?
O Arianna?
Il centro del labirinto è raggiunto, il Minotauro è stanato, la verità rivelata.
Cosa aspetta ora Teseo/Cobb? Arianna lo può condurre fuori, ma lui deve uscire da solo. Alla fine Teseo riconquista …. il mondo reale? No, quello è sempre stato suo..Teseo riconquista il proprio mondo irreale.
Finalmente mondato dalle stanze più interne e pericolose…ora Teseo può vivere il suo reale e anche il suo irreale…
… fino al prossimo Minotauro…