A chi si rivolge: alunni del quinto anno di scuola primaria e primo anno di secondaria di primo grado
Finalità: il laboratorio intende fornire le nozioni base della concezione funeraria presso gli Etruschi, i riti e le credenze che accompagnavano i defunti nell’ultimo viaggio.
Gli Etruschi credevano nella vita dopo la morte? La risposta più facile e diffusa è affermativa: gli Etruschi pensavano di rivivere in una sorta di mondo ultraterreno e per questo riempivano le proprie tombe di ogni tipo di oggetto, suppellettile, vettovaglia. In effetti, la civiltà etrusca è quella che, dopo gli Egiziani, ci ha lasciato un maggior numero di testimonianze legate al mondo funerario. Suppellettili e decorazioni figurate all’interno di tombe che assomigliano molto a case, luoghi preparati per trascorrere l’eternità in tutta comodità! Eppure, le nostre conoscenze di ciò che gli Etruschi effettivamente credevano sulla vita dopo la morte si fermano ai riti, lunghi e partecipati, di incinerazione o inumazione e alle raffigurazioni delle famose “porte” di fronte alle quali troviamo spesso il defunto, accompagnato dal demone Tuchulcha, armato di martello e deciso a spezzare i vincoli che tengono normalmente separati il mondo dei vivi da quello dei morti.
Il laboratorio vuole far concentrare gli studenti sui riti funebri, vale a dire sul lato tutto terreno delle credenze funerarie etrusche: la preparazione del morto, il compianto dei parenti e degli affiliati, la costruzione di una tomba che rispecchi l’importanza del defunto, la composizione del corredo funerario e infine il banchetto e i giochi organizzati subito dopo la chiusura della camera funeraria.
Il corredo può contenere delle offerte di cibo, ma non è da considerarsi un pasto vero e proprio, quanto piuttosto rituale e simbolico; il corredo funerario è l’espressione più chiara del ruolo rivestito dal defunto nella comunità. Anche in quello più povero sono presenti gli elementi essenziali che contraddistinguono un uomo o una donna (armi e rasoio per l’uno, fuseruole e gioielli per l’altra); agli oggetti personali si possono aggiungere alcuni simboli di potere o delle credenze personali di ciascuno (soprattutto nel caso dei culti dionisiaci, diffusi anche nel mondo etrusco a partire dal V sec. a.C.); la ceramica acroma o decorata e gli oggetti pregiati (in avorio, vetro o metallo) confermano lo status del defunto e della sua famiglia, così come la presenza di carri, spesso da guerra.
Dopo la presentazione dell’argomento e la sua illustrazione, attraverso immagini di reperti archeologici e di disegni, gli studenti vengono divisi in due squadre con il compito di ricreare su di un foglio A3 il disegno in pianta di una tomba etrusca. Rispondendo a domande inerenti l’argomento, i ragazzi riceveranno “in premio” riproduzioni in scala ridotta degli oggetti principali di un corredo funerario e potranno scegliere la forma della loro tomba – che sarà allestita per una coppia di coniugi – e il tipo di deposizione.
A conclusione del laboratorio saranno molte le domande che troveranno una risposta! Molte altre saranno state espresse e tanti suggerimenti e osservazioni avranno arricchito le conoscenze dei giovani etruscologi!