Laboratorio rivolto ad alunni del quinto anno di scuola primaria e del primo anno di scuola secondaria di primo grado.
La finalità del laboratorio è comunicare le regole del banchetto e del simposio, così come venivano seguite dai Greci e quindi comunicate anche ad Etruschi e Romani. Oltre alle nozioni di base dell’alimentazione e degli oggetti che dovevano arredare una sala da banchetto, sono proposti i temi più comuni della conversazione e i giochi più diffusi tra i partecipanti ad un simposio.
Il termine “banchetto” evoca immagini di pasti fuori dal comune, abbondanti o elaborati nelle porzioni e appariscenti e scenografici nell’allestimento; così come il termine “simposio“, aulico nella sua scoperta etimologia greca di “bere insieme” (syn + pino), suggerisce figure di dotti che si scambiano alti pensieri.. ma pur sempre bevendo gocce di vini prelibati! In effetti questi due momenti del mangiare e del bere, che per gli antichi si susseguivano come due tempi di una stessa, avvincente partita, erano soggetti ad alcune regole di comportamento che servivano indubbiamente a limitare i danni di qualsiasi tipo di esagerazione.
Il seguire o meno tali regole permetteva ai convitati di riconoscersi in un codice di comportamento civile e rispettabile, tanto che uno dei banchetti nuziali meno riusciti della mitistoria greca, cui avevano preso parte Centauri e Lapiti, era stato rovinato proprio dall’esagerazione di esseri semiferini, ubriacatisi con del rosso vino bevuto àkratos, cioè puro, non mischiato ad acqua. Fin dalla prima goccia, versata come libagione in onore del dio del vino, il rito del simposio doveva seguire alcuni passaggi stabiliti dal codice di comportamento in vigore nella società degli uomini; in Etruria questo codice subisce alcune minime variazioni, che agli occhi degli osservatori Greci sembrano autentiche barbarie – si pensi, ad esempio, al fatto che, stanto a Diodoro Siculo e ad altri storici, le legittime consorti dei lucumoni etruschi avevano posti d’onore accanto ai mariti, cosa impensabile nella società ellenica!
Il laboratorio si articola, dunque, in due fasi, una di spiegazione delle caratteristiche fondamentali delle suppellettili (letti da banchetto, brocche, coppe, mestoli, anfore, crateri, ecc.) e una di applicazione pratica. Su di un foglio bianco, i ragazzi, suddivisi in due o più squadre, disegnano i letti triclinari e l’arredamento e vi aggiungono gli oggetti – riprodotti in scala ridotta e ritagliabili – conquistati attraverso un meccanismo di quiz, che naturalmente hanno per argomento alimentazione antica e usi e costumi relativi al banchetto e al simposio.
Non sono tralasciati aspetti fondamentali di questo momento di aggregazione: la musica, il gioco – nella fattispecie il kòttabos – e la condivisione di brani letterari, di poesie, recitate o inventate sul momento. Il simposio riunisce solitamente esponenti di una stessa classe sociale, i quali approfittano del momento conviviale anche per confrontarsi su questioni politiche o letterarie. Il caso di Alceo, ad esempio, è illuminante da questo punto di vista: egli recita in occasioni simposiali i propri componimenti poetici che, nello spazio di pochi versi, stigmatizzano la situazione politica di Lesbo, isola di cui è cittadino tra i notabili e che scivola verso una tremenda tirannide.
Ai ragazzi saranno perciò fatti scegliere alcuni componimenti poetici – in traduzione – da trascrivere come didascalia per la loro scena di banchetto.
Questo svolgimento tiene conto degli stretti legami tra il banchetto e simposio greco e l’espressione etrusca, derivata proprio dallo scambio culturale con il mondo ellenico; per questo nel laboratorio del percorso etrusco sarà compreso il gioco del kòttabos (attestato in qualche affresco tombale e ricorrente sui vasi greci importati) e sarà praticata una sorta di forzatura per quel che riguarda i tipi di testi recitati in greco, una lingua senz’altro nota.
Ottime informazioni!